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Sarà capitato a tutti di ritrovarsi con una quantità irrealistica di compiti da svolgere nella lista delle cose da fare. Si, parliamo di quella montagna di scartoffie. O di quelle pagine dell’agenda stracolme. Certo, anche il telefono che continua a squillare!
In queste situazioni, sentimenti di disagio e inquietudine sono dietro l’angolo. Ma non siamo soli: si stima, infatti, che quasi l’80% degli italiani abbia avuto, durante l’ultimo mese, manifestazioni fisiche frequenti e intense di ansia; nonostante il dato riguardi in misura maggiore la popolazione femminile, è in costante aumento anche tra gli uomini, soprattutto professionisti e manager (dati ANSA).
Addentriamoci nell’argomento e cerchiamo di capire se l’ansia sia una minaccia o un’opportunità!
Come viene definita l’ansia?
L’ansia è un insieme di sentimenti che può essere rappresentato da uno spettro emotivo che ha due poli opposti: un basso livello e il panico acuto. Quest’ultimo rappresenta uno stato di forte eccitazione emotiva, con relativa attivazione fisiologica. Fino a qui niente di male, sembrerebbe… Il problema, però, sussiste nel momento in cui questo tipo di ansia risulta fuori luogo, ovvero fuori dal proprio contesto: quando reagisci con “panico acuto” per colpa di un cliente particolarmente ostico, ad esempio, l’ansia smette di essere utile. ALERT!
Ansia e stress: li consideriamo sinonimi o eventi correlati?
Lo stress è una risposta a stimoli esterni diretti che sparisce nel momento in cui si affronta l’elemento stressogeno.
L’ansia, dal canto suo, è impressionantemente autosufficiente: può esistere tranquillamente da sola, come un costante e residuo terrore, senza una causa esplicita ma ancorata ad un contesto, quale per esempio quello lavorativo (o del datore di lavoro).
Vivere in questa condizione richiede un grande sforzo, tant’è che gli esperti lo equiparano all’avere due lavori. Risulta chiaro quanto prestazioni e produttività ne possano risentire!
Come uscire da questa condizione disfunzionale? Ecco alcuni utili consigli!
Focalizza la tua attenzione
Il multitasking sarà anche un pregio, ma presenta dei grossi limiti (che spieghiamo in maniera approfondita nel nostro corso di Time Management)!
Avere diverse priorità, tra loro contrastanti, continuare a passare da un’attività all’altra porta ad una considerevole perdita di efficienza ed anche di efficacia!
Il consiglio, quindi, è quello di “togliere qualcosa dal piatto”, e concentrarsi su un elemento alla volta: è meglio raggiungere un piccolo obiettivo che annaspare in tre compiti diversi senza completarne nessuno!
Non calmarti!
Invece di cercare una via d’uscita all’ansia, una tecnica utile potrebbe essere quella di riformulare i sentimenti e trasformarli in eccitazione, adrenalina, incanalarli verso uno sforzo positivo d’azione, piuttosto che cercare (inutilmente) di mantenere la calma.
L’ansia, per quanto negativa, è una batteria carica: sfruttala!
Lavora con i feedback
Spesso, l’ansia può essere provocata da dubbi di inadeguatezza: sto lavorando molto, ma starò lavorando bene? Questo non significa chiedere a chiunque di darti un’opinione: un feedback senza punti di azione chiari e specifici può portare soltanto ad ulteriore ansia. Fai in modo di ricevere feedback significativi, come per esempio con i tuoi clienti, ma fallo nel modo più personale possibile: niente mail, ma incontri faccia a faccia, di persona o in video, per mantenere vivo il ciclo di restituzioni, in un modello azione-restituzione pieno di energia. Per poter migliorare nella restituzione di feedback, all’interno del tuo team ed anche fuori dalla tua organizzazione, noi consigliamo la tecnica del One Minute Manager! Scoprila qui! https://www.projectgroup.it/corsi-di-formazione-aziendale/essere-un-manager-efficace/
Adotta un barometro personale per l’ansia
Cerca di tenere monitorati alcuni elementi correlati all’ansia, come gli sbalzi di motivazione o di umore. Questo ti aiuterà a individuare i fattori di rischio e a chiarire da dove provenga l’ansia, nella costruzione di un quadro più chiaro dei modelli che possono innescare quella sensazione di sopraffazione di cui abbiamo parlato all’inizio. Una volta che sai cosa fa salire “l’ago dell’ansia”, puoi pianificare il tuo lavoro di conseguenza per mantenerlo in equilibrio! Hai mai sentito parlare di ciclo di rendimento e di matrice di Eisenhower?
Disconnettiti
Si, hai capito bene. Sei nomofobico? Hai paura di rimanere senza un dispositivo online?
Oggi come oggi, è quasi normalizzato il nostro bisogno di essere costantemente connessi alle informazioni, gli eventi, le persone, da noi distanti. Questo però può alterare le priorità, produrre un sovraccarico che non giova né a noi, né al nostro lavoro.
E la nostra produttività non può dipendere dalla nostra presenza (o meno) online! Ecco perché, disconnettendoti, hai la possibilità di rimuovere una serie di barriere alla tua produttività. Questo, di conseguenza, ti porta a raggiungere più in fretta i piccoli obiettivi e alleggerire quell’enorme quantità di compiti residui che ti provocano la già citata ansia.
Sii comprensivo con te stesso!
Non flagellarti sempre, perdonati qualche debolezza! Ricorda che la produttività non è sempre uguale alla performance. Prendere atto della situazione, accettare la realtà e agire di conseguenza resta il modo migliore, se non l’unico, per reagire nel migliore dei modi!
E per gestire meglio l’ansia del team, che fare?
Oltre ad invitare tutti i membri del team ad allenarsi in una migliore corretta gestione del tempo ed in un potenziamento della propria intelligenza emotiva, vi invitiamo a scoprire il nostro percorso formativo dedicato proprio al benessere aziendale: ispirato alle più moderne teorie psicologiche, offre ai partecipanti tecniche di controllo emotivo e dona strumenti concreti per aumentare la capacità di stare bene ed evitare i comportamenti che minano il proprio benessere.
In conclusione RELAX and TAKE IT EASY, come canta Mika.
FONTE
Fight Or Flight? How To Channel Your Work Anxiety In A Productive Way