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Rieccoci qui. D’altra parte, se ci prendiamo o ci danno un periodo di ferie, prima o poi dobbiamo tornare. La questione è: come? Eh no, la domanda non ha niente a che vedere con il car pooling o il car/bike sharing, piuttosto con lo stato d’animo e la salute fisica. Sappiamo tutti bene, infatti, per esperienza personale o perché si legge un po’ dappertutto, che il rientro lavorativo non è cosa da poco: è scientificamente provato, infatti, che comporta malessere generalizzato, mal di testa, nausea, ma anche nostalgia, tristezza e depressione.
Un quadro piuttosto tragico, a cui specialisti di ogni ramo e genere hanno tentato di trovare rimedio. Oltre allo yoga per le mani (qualche delucidazione nel caso ve lo foste dimenticato), qualcuno ha provato beneficio tornando dalle vacanze un giorno prima la data di rientro, concedendosi il tempo per organizzarsi e preparare una check list delle cose da fare o per riordinare semplicemente le idee. Mi sembra una buona idea, in effetti, ma non calcola che qualcuno potrebbe anche non essere mai partito.
Qualcun altro suggerisce di rifugiarsi nei ricordi piacevoli appena passati e provare a richiamarli alla mente ogni volta che la malinconia/malessere prende il sopravvento. Tuttavia mi chiedo: ripensarci troppo intensamente non sarà controproducente? Girare il dito nella piaga è un attimo…
Ma non perdiamo le speranze! C’è anche chi vive il rientro come un vero e proprio sollievo. Sono coloro che non amano l’avventura e i contrattempi dei viaggi e che preferiscono di gran lunga la tranquillità della propria routine quotidiana; ma a me piace pensare che esistano anche le persone che amano molto ciò che fanno, per le quali rientrare è felicità…per queste sì che è davvero tutta un’altra storia!