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Nell’ultimo post del nostro blog vi abbiamo presentato la Flipped Classroom, una recente metodologia didattica che adotta una prospettiva inversa rispetto al classico metodo di insegnamento. In classe si fanno i compiti ed a casa si segue la lezione.

Abbiamo voluto chiedere a un’esperta di formazione, la nostra collega Laura Bianchetti un parere sul metodo Flipped Classroom e nel farlo abbiamo spaziato sul punto di vista di Project Group sulla formazione. Ecco a voi il botta e risposta…

PG: Ciao Laura! Per prima cosa ci puoi raccontare brevemente da dove nasce la tua passione per la formazione?

Laura: Dalle lezioni di filosofia frequentate al Liceo. Mi sono fatta travolgere da Socrate e dalla tecnica della maieutica che considero una delle metodologie più valide per costruire la conoscenza

PG: Da 1 a 10 quanto ritieni sia importante essere in continua formazione? Puoi descrivere in 3 parole cosa significa per te formarsi?

Laura: 11! CRESCERE, MIGLIORARE, EVOLVERE

PG: Ti piace progettare un corso, sceglierne gli argomenti e presentarli all’aula?

Laura: Fare formazione è la mia passione… progettare un corso è come scrivere un copione, denso di dettagli, da mettere in scena! In fase progettuale tutte le mie energie sono concentrata sui “bisogni” del discente con l’obiettivo di renderlo attore principale del percorso formativo e del suo percorso di crescita.

PG: Avevi mai sentito parlare della Flipped Classroom?

Laura: No

PG: Pensi che questa tecnica possa essere utilizzata come metodo di formazione per le aziende?

Laura: Il Blended learning, ovvero l’apprendimento “misto” che combina il metodo tradizionale frontale in aula con attività mediata dal computer (e-learning), è una modalità che si sta diffondendo in azienda. I vantaggi derivanti da questa metodologia, che ritengo molto simile all’approccio Fllpped Classroom, sono interessanti: superamento dei vincoli geografici, quando si vogliono coinvolgere corsisti dislocati in diverse località o che appartengono a sedi lavorative diverse, riduzione dei costi e dei tempi di inattività, personalizzazione dei percorsi formativi.

PG: Quali sono secondo te i punti di forza e di debolezza di questo nuovo approccio all’insegnamento?

Laura: Ci troviamo di fronte a una vera e propria rivoluzione pedagogica che, se ben progettata, non potrà che portare a vantaggi.

PG: Avete qualche corso in programma, sul quale state lavorando in questo momento?

Laura: Abbiamo intenzione di lanciare un corso di public speaking a fine ottobre. Sarà l’occasione per applicare il metodo Flipped Classroom? Assolutamente!