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Sentiamo delle voci cantare, sono voci di ragazzi che cantano con gioia un ritornello fresco fresco di Sanremo. Il coro finisce e pochi secondi dopo i Professori Bornatici e Arici ci invitano ad entrare in aula. Ragazzi sereni ed entusiasti ci accolgono educatamente ed i loro docenti introducono l’argomento del Project Work dell’anno 2017/2018 delle classi quarte del CFP Zanardelli di Darfo, “Sesto senso”: un progetto della durata di 4 mesi, durante il quale i ragazzi suddivisi in gruppi, lavoreranno alla simulazione della realizzazione di un centro benessere, partendo dalla struttura del centro, a livello architettonico, fino ad arrivare al business plan ed alle strategie di marketing. Ed è proprio in quest’ultima parte, ovvero il marketing, che entra in gioco Project Group.

Il marketing sensoriale e lo storytelling

Spiegare il marketing – e nello specifico il marketing sensoriale – a degli studenti delle scuole superiori non è mai una sfida facile: è molto importante a questa età trasmettere non solo elementi teorici, ma pragmatismo e concretezza con l’auspicio che l’interesse suscitato possa poi trasformarsi nella scelta di una futura professione.

Quindi quale modo migliore di introdurre gli studenti al marketing se non attraverso un affascinante storytelling? E così facciamo: raccontiamo di noi (o meglio, di un nostro cliente) che organizzò un meraviglioso viaggio incentive tra le dune dei deserti giordani al fine di rafforzare il proprio team e dare maggior valore ed identità ai propri prodotti, attraverso la sperimentazione di svariate attività.

A domanda dei ragazzi “Cosa sia il marketing sensoriale” Virginia, nostra collega, risponde così:

“Se me lo dici, non mi ricordo, se me lo spieghi me lo ricordo, ma se mi coinvolgi, lo condivido”: attraverso le esperienze sensoriali proposte ai clienti durante il viaggio, l’azienda è riuscita a generare un ricordo associato al brand quindi, ogni volta che si penserà a quel ricordo in particolare, o ad uno simile, il brand tornerà alla mente di quelle persone.

Detto ciò giunge il momento di passare dalla teoria alla pratica: i ragazzi armati di carta e penna hanno il compito di ipotizzare quali aspetti il cliente potrebbe desiderare all’interno del loro centro benessere, chiaramente un aspetto per ognuno dei 5 sensi.

Dopo la 22esima idea, arriva quella buona

Attraverso la tecnica del brainstorming, che Virginia introduce con queste parole “…non fermatevi mai alle prime idee, quelle semplici e talvolta banali, durante un brainstorming. Continuate a cercare, ad elaborare nuove proposte e vedrete che forse, dopo le prime 22, dalle 23esima in poi, qualche idea originale si affaccerà!”; i ragazzi raggruppano le idee e le valutano, fino a giungere al momento finale di plenaria in cui presentano esclusivamente le idee opportunamente selezionate.

Che dire: un momento d’aula paragonabile a ciò che realmente accade nelle organizzazioni ogni giorno. E’ questo il valore aggiunto che abbiamo cercato di trasmettere ai ragazzi: dall’impostazione di un’attività di marketing, alla ricerca di nuove idee, alla gestione di momenti di confronto e plenaria.

Speriamo di aver seminato bene: se così sarà ne vedremo i frutti tra qualche anno!