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Ci troviamo al Centro Stampa Quotidiani per fare il punto sull’Industria 4.0 a fine 2017, una inusuale e straordinaria location per una nuova occasione di confronto.
Oltre a Giovanni Renzi Brivio, presidente della nostra Project Group, intervengono Sonia Zanon di Ingest Srl, Alfredo Rabaiotti di Becom Srl e Davide Peli di Techne Srl. I relatori sono moderati dall’ing. Alessandro Marini, Direttore del cluster “Fabbrica Intelligente” che apre i lavori chiedendo immediatamente ai relatori pragmatismo e concretezza.
“Il 4.0 è l’utilizzo dei dati industriali per fare andare meglio le imprese” così apre l’intervento Marini, lasciando il posto poi a Sonia Zanon di Ingest che porta la testimonianza di Vogel Srl, azienda bresciana che commercializza strumenti di misura. Vogel ha recentemente integrato al suo interno alcune delle tecnologie definite 4.0 riguardanti la digitalizzazione dei processi informativi. L’evoluzione di Vogel avviene partendo da un revisione dei processi gestionali, i documenti cartacei vengono completamente eliminati passando ad una loro pressoché totale digitalizzazione. Il passo successivo, dichiara l’AD di Vogel, sarà interfacciare il magazzino direttamente con le piattaforme dei corrieri.
Lasciata Vogel si arriva al cuore dell’intervento accompagnati dall’Ing. Giovanni Renzi Brivio che introduce le soluzioni tanto citate in tema industria 4.0:
- Robot collaborativi;
- Big data analysis;
- Digitalizzazione dei processi.
Ma quali problemi risolvono queste soluzioni? “Tempi di risposta al cliente elevati, time to market lunghi, eccessive scorte nelle supply chain, richieste di offerta che non si trasformano in ordini,…”
In questa elencazione di possibili problemi l’Ing. Renzi sottolinea quanto sia importante comprendere, prima della scelta della soluzione tecnologica, la causa che genera il problema così da poter indirizzare la valutazione di alternative su quella che realmente individua la soluzione corretta.
Cosa succede ad esempio se un’azienda acquista un robot collaborativo (Cobot) per risolvere un problema di “costi del personale” ma dopo qualche tempo la soluzione viene “abbandonata in cantina?”
Ecco a voi la storia di Luciano, un robot collaborativo, rimasto in una scatola per due anni. Perché la polvere sull’automazione? Perché l’azienda ha deciso di fare investire in un robot collaborativo e poi non lo ha utilizzato ?
Per rispondere a queste domande l’Ing. Renzi guida i partecipanti a comprendere quanto importante sia individuare correttamente la parte del processo che condiziona la capacità produttiva dell’intero sistema: nel linguaggio della Theory of Constraints il “vincolo” del sistema. Solo dopo avere individuato correttamente il vincolo posso cercare di eliminarlo: ma non è un operazione semplicissima e spesso le aziende hanno bisogno di un supporto competente per individuare quale sia davvero il vincolo del proprio sistema e quali le azioni per eliminarlo o anche solo gestirlo al meglio.
Ecco spiegato il caso dell’azienda che ha chiuso Luciano in una scatola: lo ha posizionato nel punto sbagliato, lo ha inserito in un reparto produttivo che in realtà non era il vero vincolo aziendale. Luciano non ha così sortito l’effetto di aumentare la produttività dell’azienda e l’azienda lo ha abbandonato. Povero Luciano, se solo sapesse che l’errore non è suo, ma dell’errore di lettura della reale capacità del sistema.
“Prima di prendere qualsiasi decisione è necessario leggere con lucidità e, lasciatemi dire, assoluto cinismo la reale capacità di ogni elemento del proprio sistema per capire dove concentrare correttamente l’investimento. Evitare di farsi prendere dall’innamoramento per la soluzione tecnologica prima che dalla sua reale efficacia”.
Consiglio d’oro dato dall’Ing. Renzi a chiusura del suo intervento, a cui ha fatto seguito una preziosa citazione – fatta da Marini – che ben rende il cambiamento portato dall’industria 4.0: “dal mondo del pressappoco, all’universo della precisione. Nell’industria 4.0 non puoi essere pressapochista, devi essere rigorosamente e totalmente preciso”.