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Può un tavolo far riflettere sul rapporto tra lavoro e vita privata? Beh, pare proprio di sì. La scrivania in questione e che ha attirato la mia attenzione è il Table-Table, creata dalla giovane designer Sabine Marcelis proprio per coloro che, sempre più spesso, lavorano all’interno delle mura domestiche e non hanno la possibilità fisica di separare vita privata e lavorativa.

Ma come funziona? E’ coperta da un vetro intelligente e da una mensola sottostante nella quale conservare tutti i documenti e gli strumenti da lavoro. Un pulsante consente di opacizzare il piano e nascondere qualsiasi cosa sia posta sotto di esso: il concetto è quello di lasciarlo trasparente durante l’orario di lavoro e opaco quando è necessario staccare, porre cioè una separazione non solo mentale, ma anche fisica con l’attività lavorativa…ma sarà sufficiente?

L’input a questa idea viene dalla scoperta che lo stimolo visivo ha sempre un impatto molto forte sul nostro cervello: se non vedere cibo porta a mangiare meno (vedi The Battle of the Office Candy Jar), non vedere fogli, penne o quant’altro dovrebbe dissuadere dal lavorare ancora.

Tuttavia il dubbio a me rimane: il bottone funziona automaticamente (ad esempio ad orari prestabiliti) o solo manualmente? In quest’ultimo caso, qualora il soggetto in questione sia uno stakanovista doc, dubito che si possa ottenere l’effetto sperato.

Me lo immagino già, dopo aver spento il piano, vagare ansioso nei pressi della scrivania e con fare svelto riattivare il tutto, anche alle 11 di sera, per terminare quel progetto che proprio non riesce a togliersi dalla mente.