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Ecco che ogni tanto si ripresenta la questione differenze di genere sul posto di lavoro e “quote rosa”. Lo spunto di riflessione è dato dalla recentissima ricerca “Ambition and gender at work“, condotta dall’Istituto europeo di Leadership e Management.
L’indagine ha valutato il grado di autostima e ambizione delle manager femmine rispetto ai colleghi maschi. Risultato: le donne hanno meno ambizioni e aspettative dei maschi e sono molto più insicure.
In particolare all’inizio della loro carriera, le donne hanno meno chiaro dove vogliono arrivare (45% delle donne contro il 52% dei maschi) e non si sarebbero mai aspettate di raggiungere ruoli direzionali (50% delle donne contro 62% degli uomini).
Anche l’autostima relativamente alla propria posizione di carriera è inferiore nelle donne che nei colleghi (50% delle donne rispetto al 70% degli uomini).
Inoltre: la metà delle donne manager ammette di sentirsi insicura, contro solo il 31% degli uomini.
La sicurezza degli uomini emerge anche nel caso delle domande di lavoro o richieste di promozione: mentre il 20% degli uomini dichiara che si accosterebbe anche a ruoli non corrispondenti al proprio ideale, solo il 14% delle donne si dichiara disposta a farlo.
A tale proposito, l’Harward Business Riview, in Four Ways Women Stunt Their Careers Unintentionally, individua i 4 modi in cui in genere le donne ostacolano, non intenzionalmente, la loro carriera. Molte di loro, innanzitutto, sono eccessivamente modeste, tanto che gli altri faticano a riconoscere le loro capacità; non sono propense a fare domande e richieste per sé stesse perché ciò crea loro disagio e ansia per gli eventuali mancati risultati; tendono a mimetizzarsi e a non attrarre l’attenzione, perdendo così l’opportunità di far conoscere le proprie idee. Alcune donne, infine, non prendono la parola durante le discussioni, rinunciando così ad esprimere le proprie idee e punti di vista.
Beh, un quadro piuttosto avvilente per il gentil sesso… Ma tutta questa scarsa autostima e insicurezza la dovremo a un antico retaggio culturale o ad una propensione genetica tutta femminile? E chi lo saprà mai. Una cosa è certa: le eccezioni esistono, per entrambi i sessi.