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E’ mercoledì pomeriggio e in Project Group stiamo assistendo al workshop “Performance Management: un Controllo di Gestione semplice ed efficace“.
I docenti sono gli esperti di controllo di gestione e analisi dei costi: il Dott. Nicola Fè e l’Ing. Diego Bettazza, che, per l’occasione, rappresentano: il primo i sistemi di controllo tradizionali, il secondo quelli più innovativi ed evoluti.
Prima di tutto: a cosa serve un controllo di gestione? A misurare le prestazioni di una organizzazione e guidarla verso il miglioramento delle performance, quindi a rispondere a domande frequenti, come:
La mia azienda sta guadagnando o perdendo?
La mia azienda è concorrenziale sul mercato?
Mi conviene puntare sul mercato “X” o sul mercato “Y”?
Quanto mi costa realizzare questo nuovo prodotto/servizio?
Mi conviene produrre il prodotto “A” o il prodotto “B”?
Problemi diffusi, sottolinea Nicola, cui si cerca di dare risposta attraverso sistemi di contabilità analitica tradizionali, che obbediscono alla regola della distribuzione delle spese operative ai diversi reparti e prodotti aziendali. Ahimè, i costi indiretti sono notoriamente di difficile allocazione, con un conseguente dispendio di tempo ed energie. Perché allora non semplificare?
Il metodo “innovativo” suggerisce di porsi come primo obiettivo la copertura delle spese operative, ovvero quelle determinate a budget all’inizio dell’anno e che sono indipendenti da quanto si produrrà: niente più distribuzione certosina dei valori, ma un “contenitore” (le spese operative) da riempire, attraverso la vendita dei prodotti, o meglio, attraverso il throughtput, valore ricavabile dal prezzo di vendita del prodotto meno i costi totalmente variabili (es. materie prime e lavorazioni di terzi, ovvero tutto il denaro che l’azienda investe nell’acquistare le cose che intende vendere).
Tuttavia un solo indicatore non basta, ce ne vuole un secondo, ovvero: throughput su tempo di vincolo, che trova la sua giustificazione nella Teoria dei Vincoli di Goldratt, secondo la quale la capacità di generare valore di un’azienda è dettata sempre dalla capacità di generare valore del proprio vincolo, ovvero il “fattore limitante che determina il ritmo al quale l’azienda produce valore, in un’unità di tempo”.
E poiché condividiamo le parole di Confucio: “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”, è prevista un’esercitazione in grado di esemplificare i concetti sopra esposti.
In sintesi? Parola d’ordine: semplificare, creando poche spie (come quelle del cruscotto dell’auto, per intenderci), che aiutino a orientare sistema azienda nelle decisioni strategiche.Grazie all’approccio innovativo ora: conosciamo gli articoli con maggiore marginalità; gestiamo la forza vendita sulla base del risultato dei due indicatori; conosciamo l’occupazione del vincolo dei diversi articoli; accettiamo prezzi che in passato sembravano generare perdite; conosciamo i Clienti con i quali generiamo marginalità.
A conclusione, due parole relative al “come lo fa” Project Group, ovvero il Controllo di Gestione in 5 mosse:
- analisi dati economici e di processo
- progettazione dell’architettura
- costruzione della consolle guida
- test del sistema
- implementazione e costruzione dei report direzionali
Il tempo a disposizione è terminato. Dopo tanta attenzione ci aspetta un meritato aperitivo.