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E’ una storia (vera), di quelle commoventi. Non ha nulla a che fare con l’amore romantico nel senso tradizionale del termine, anche se l’amore verso l’altro e per la giustizia, quello sì, quello c’entra.

Stiamo parlando di Aaron Swartz, bambino prodigio e genio informatico della programmazione, padre della wiki , degli RSS e dei Creative Commons, che ha fatto della condivisione della conoscenza il leitmotiv della sua breve esistenza. E’ sufficiente guardare The Internets Own Boy – The Story of Aaron Swartz , il film documentario sulla sua vita pubblicato su youtube e diviso in 7 parti con i sottotitoli in italiano, per capire quanto la lotta per la condivisione del sapere e per la democratizzazione della cultura si siano intrecciate con la questione sociale e politica.

“Non c’è giustizia nel rispettare leggi ingiuste”: per Aaron “non è abbastanza vivere nel mondo così com’è”, ma “occorre renderlo un posto migliore”, mettendo in discussione gli insegnamenti ricevuti e ponendosi continuamente delle domande.

Swartz, dal canto suo, si chiede: se Internet è uno strumento potenzialmente meraviglioso, di pubblica espressione e di libero accesso, ma alcuni grandi siti ne detengono il monopolio indirizzando le persone a loro piacimento, è giusto stare a guardare? La sua risposta è NO.

In un post del 2008 firma il “Guerrilla Open Access Manifesto”, una pagina in cui sostiene che l’informazione è potere e che ci sono persone e società che se ne vogliono impadronire. L’intero patrimonio scientifico e culturale pubblicato nel corso dei secoli è sempre più digitalizzato e tenuto sotto chiave da una manciata di organizzazioni private; esorta tutti a liberare queste informazioni dagli editori e condividerle con gli amici: “Condividere non è immorale, è un imperativo morale”.

Incita alla disobbedienza civile e a dichiarare la propria opposizione al furto privato della cultura pubblica, lavora a progetti per l’accesso a informazioni pubbliche (che il più delle volte pubbliche non sono), scarica “illegalmente” pubblicazioni accademiche, perché accessibili solo a grandi aziende, interessate a detenerne il monopolio a scopo di lucro.

Che dire? Internet e gli strumenti digitali hanno portato l’uomo a un’evoluzione formidabile. Se il mondo digitale si accosta e asserve a una mente geniale e attenta al mondo sociale e politico, può fare cose ancor più strabilianti, ma nello stesso tempo molto scomode! Facile capire perché Aaron sia diventato pericoloso per il governo statunitense e ancor più comprensibile il suo gesto estremo, il suicidio, epilogo inevitabile di un accanimento irragionevole verso di lui.

Aaron Swartz è da ricordare per la genialità e l’intelligenza informatica, legate a un senso di democratizzazione della cultura e del sapere, come esempio di personalità critica e attenta alla condivisione della conoscenza e alla sua costruzione collaborativa.

Il credo profondo in tali principi lo portarono addirittura a rinunciare ai milioni di dollari prodotti dalla sua start up di successo, e a dedicarsi totalmente alla costruzione di un mondo migliore per tutti.

Insomma, una storia da conoscere. Dentro e fuori dal web.