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Eccoci tornare sul tema dei bisogni! Vi ricordate la teoria dei bisogni di Maslow?
Speriamo di sì poiché, partendo proprio da quella teoria e dai suoi limiti, andremo ad approfondire un altro autore.
La teoria di Maslow, infatti, seppur sia la teoria più studiata e apprezzata nel XX secolo inerente il tema dei bisogni umani, necessita di alcune migliorie che andremo ad analizzare ed a colmare grazie al contributo di Manfred Max Neef.
Cosa manca nella teoria di Maslow?
In primo luogo, lo psicologo statunitense, non tiene in considerazione l’ambiente: ognuno di noi vive in un contesto (sia lavorativo sia privato), un sistema che può influenzarci e può cambiare le nostre motivazioni quindi i nostri bisogni.
Per un secondo aspetto la scala di Maslow è “troppo rigida”: per salire al bisogno successivo è obbligatorio concludere il precedente ma, come noto, una persona può essere mossa da più bisogni contemporaneamente (ad esempio: potrei andare a lavorare in una determinata azienda sia perché voglio comprarmi una casa – bisogno di protezione – sia perché voglio realizzare le mie ambizioni personali – bisogno di autorealizzazione).
A fronte di questi punti di debolezza, è importante approfondire una teoria dei bisogni più recente e dinamica ovvero quella di Manfred Max Neef.
Secondo Manfred Max Neef (1932-2019), economista cileno, i bisogni umani non si orientano in una scala gerarchica (come per Maslow), ma in un sistema che permette loro di essere correlati e interattivi. Ogni nostro bisogno, pertanto, si sviluppa in un preciso contesto e – talvolta – contemporaneamente ad altri.
Di conseguenza, poiché questi bisogni fanno parte dello stesso sistema e sono in continuo dialogo gli uni con gli altri, la loro rappresentazione grafica non segue un andamento gerarchico bensì di tipo circolare.

Quali sono, nel dettaglio, i bisogni analizzati da Manfred?
Manfred identificava nove bisogni fondamentali: sussistenza, protezione, affetto, comprensione, partecipazione, tempo libero, creazione, identità ed infine il bisogno di libertà.
L’autore non si è limitato a classificarli, ma per ognuno di essi, ha creato delle “sotto categorie” che vanno ad approfondire le dimensioni: essere, avere, fare e interagire. Scopriamole insieme!
- Sussistenza:
- essere in salute (fisica e mentale);
- avere cibo, rifugio, lavoro;
- fare nutrirsi, vestirsi, lavorare;
- interagire con il proprio ambiente di vita e sociale.
- Protezione:
- essere autonomi, in grado di curarsi e di adattarsi;
- avere sicurezza sociale, sistemi sanitari, lavoro;
- fare cooperare, pianificare, prendersi cura di, aiutare;
- interagire con ambiente sociale, abitazione.
- Affetto:
- essere rispettoso, ironico, generoso, sensuale;
- avere amicizia, famiglia, rapporti con la natura;
- fare condividere, prendersi cura, fare l’amore, esprimere emozioni;
- interagire con privacy, intimi spazi e di convivialità.
- Comprensione:
- essere critici, curiosi, intuitivi;
- avere capacità di lettura, politiche educative;
- fare analizzare, studiare, meditare, investigare;
- interagire con scuola, famiglia università, comunità;
- Partecipazione:
- essere ricettivi, dediti ad attività, ironici;
- avere responsabilità, doveri, diritti, lavoro;
- fare cooperare, dissentire, esprimere opinioni;
- interagire con associazioni, partiti, chiese, quartieri.
- Tempo libero:
- essere creativi, rilassati, spontanei;
- avere momenti di giochi, feste, tranquillità;
- fare sognare ad occhi aperti, ricordare, rilassarsi, divertirsi;
- interagire con paesaggi, spazi intimi, luoghi dove stare da soli.
- Creazione:
- essere creativi, audaci, curiosi;
- avere abilità nella vita privata, abilità sul lavoro, tecniche;
- fare inventare, costruire, progettare, lavorare, comporre, interpretare;
- interagire con spazi di espressione, laboratori, pubblico.
- Identità:
- essere sentirsi appartenenti ad un luogo, autostima, coerenza;
- avere lingua, religioni, lavoro, costumi, valori, norme;
- fare conoscere se stessi, crescere, impegnarsi;
- interagire luoghi a cui si appartiene, ambienti quotidiani.
- Libertà:
- essere autonomi, passionali, consapevoli delle proprie qualità, aperti alla novità (apertura mentale);
- avere parità di diritti;
- fare dissentire, scegliere, correre rischi, sviluppare consapevolezza;
- interagire in qualunque posto.
Come si può evincere, la lista dei bisogni di Manfred Max-Neef è molto più lunga e dettagliata di quella di Maslow poiché, aldilà dei singoli bisogni, l’economista specifica in che modo queste esigenze si articolano nelle quattro dimensioni della vita umana: essere, avere, fare e interagire. L’autore parte dal presupposto secondo il quale: l’interazione è un elemento base della vita dell’uomo, motivo per cui l’andamento dei bisogni nella vita del singolo, diventa indice di sviluppo delle comunità locali.
Come fare buon uso della teoria dei bisogni di Manfred Max-Neef?
Questa teoria fornisce gli strumenti per una riflessione profonda sulla propria situazione individuale e comunitaria, portando ad una consapevolezza delle nostre esigenze lavorative e private e, in un secondo momento, all’azione (sia nella vita del singolo che in quella della comunità).
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