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Nella norma UNI ISO 31000 “Gestione del rischio – Principi e linee guida”  del 2010 si legge: “Le organizzazioni di tutti i tipi e dimensioni si trovano ad affrontare fattori ed influenze interni ed esterni che rendono incerto il raggiungimento dei propri obiettivi. Il rischio è l’effetto che questa incertezza ha sugli obiettivi dell’organizzazione.”

Il risk management, o gestione del rischio, è il processo mediante il quale si identificano e si valutano i rischi, con lo scopo di intraprendere azioni utili al loro governo.

L’azienda è perciò chiamata a diminuire l’incertezza dei propri obiettivi, ma come?!

Anzitutto prevedendo, misurando e controllando il livello di rischio potenziale nei diversi ambiti organizzativi: dai risultati di business attesi, al posizionamento sui mercati; dal rapporto con intermediari e operatori finanziari, alla capacità di rispettare i diritti di tutte le parti interessate.

Una modalità molto diffusa è quella di effettuare la “mappatura dei rischi” attraverso le due dimensioni:

  • della probabilità, ovvero della possibilità che accada un “evento dannoso”;
  • dell’impatto, ovvero dell’effetto che tale evento dannoso potrebbe avere in termini economici, reputazionali e simili.

Una volta effettuata tale analisi, l’azienda dovrà mettere in atto tutte le azioni necessarie per ridurre la probabilità e l’impatto di tali eventi, governando in modo attivo i potenziali rischi, per gestirli a proprio vantaggio.

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