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Non è un fenomeno poi così raro e la soluzione non è sempre l'”eliminazione”. Mi riferisco a tutti i lavoratori poco motivati e per nulla entusiasti. L’autrice di “6 ways to inspire a dull employee” ci fornisce qualche dritta su come trattare questi dipendenti, per dar loro una nuova possibilità e risvegliarli dal torpore.

Uno: l’affiancamento. Innanzitutto ci consiglia di affiancare il soggetto ad un collega creativo. Se il vostro, infatti, è alquanto spento e poco ispirato, potrebbe giovare della fantasia e dell’energia di un collega motivato e coinvolto. Quest’ultimo dovrà essere messo nelle condizioni di potersi esprimere liberamente e al meglio, per essere d’ispirazione e modello.

Due: l‘inserimento. In realtà assimilabile alla prima, consiste nell’unire il soggetto a un gruppo innovativo e che lavora con entusiasmo. Importante per il vostro dipendente è vedere e sperimentare un gruppo che lavora bene e con obiettivi precisi. Si consiglia l’inserimento per un intero progetto creativo, in modo che possa assistere al processo completo: come le idee vengono lanciate e proposte, come si costruiscono, come le persone cooperano tra loro, ecc.

Tre: consapevolezza di nuove possibilità. E’ fondamentale che capisca quanto tutte le attività interne all’azienda (comprese quelle di sua competenza) sono importanti per il buon funzionamento dell’intera organizzazione e che, quindi, gli è richiesto espressamente un apporto personale e di inventiva in ciò che fa.

Quattro: fornire scadenze. Chiedere al nostro dipendente di fornire un’idea creativa relativamente a una richiesta emergente o a un problema annoso, dando una scadenza imminente e ben precisa. Dare poco tempo consente di concentrarsi sulla richiesta, senza avere modo di censurarsi e scartare le idee più istintive e originali che si riesce ad elaborare.

Cinque: dare opportunità. Mettere il dipendente nelle condizioni di sviluppare un eventuale progetto da lui già meditato, ma mai attuato. Molte persone, infatti, hanno semplicemente bisogno di essere rassicurate e spronate nell’attuazione delle proprie idee.

Sei: incontri fuori sede. L’autrice suggerisce di fare in modo che il nostro soggetto passi del tempo esternamente all’azienda, come ad esempio: nel punto vendita di un concorrente, presso l’impianto di un fornitore, ad una fiera del settore o ad un’iniziativa di beneficenza per la comunità di cui l’azienda è sponsor, ecc.

Beh, pare che il motto sia: “contatto”, inteso come vicinanza agli altri, al loro modo di operare e alle loro idee, ma anche come riscoperta di sé e delle proprie potenzialità. Chissà che non funzioni!