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Gestire un conflitto non è affatto semplice, anche e soprattutto in ambito lavorativo.
Ogni scontro, se ci pensiamo, è causato da un problema e dal disagio ad esso legato.
Che fare dunque? Gli esperti consigliano di amministrarli entrambi, uno alla volta.
Innanzitutto: riconoscete e accettate il disagio.
Interrogatevi sulle vostre emozioni (cosa sento?) e i pensieri ad esse associati; cercate di scindere la persona dal comportamento che vi ha turbato, perché è solo in questo modo che riuscirete a ridimensionare l’astio e tranquillizzarvi un poco.
In seguito rivolgetevi al problema e chiedetevi cosa non accettate dell’atteggiamento del vostro “rivale”. Fatelo con dovizia di particolari, sminuzzando ben bene fastidi, difficoltà, danni possibili, ecc.
Una volta portata a termine anche questa operazione sarete pronti per comunicare con l’altra persona…già, perché dovrete fare i conti con un altro individuo, non sempre propenso alla risoluzione del conflitto!
Affinché i toni delle ostilità si attenuino è necessario che aiutiate l’altro a gestire il suo disagio (voi, in fondo, non ci siete già riusciti?), ascoltandolo e mostrandovi aperti nei suoi confronti.
La vostra buona disposizione dovrebbe attenuare il nervosismo ed innescare una spirale del tutto positiva…
Come asserisce l’antropologa Marianella Sclavi , potreste considerare i conflitti come danze tra “micromondi” socialmente, psicologicamente e culturalmente differenti, opportunità per ridefinire le relazioni e arricchire voi stessi.
Noi, da oggi, vogliamo crederci.