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“Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”.
Senza troppi giri di parole e ricerche psico-pedagogiche Confucio lo aveva già capito e lo ha sintetizzato molto bene: per capire (e apprendere) un concetto occorre metterlo in pratica, esercitarsi, insomma, sporcarsi le mani. Divenire protagonisti e attori di apprendimento consente di interiorizzare la conoscenza, di trasformare l’astratto in concreto, la teoria in vissuto.
Se una determinata attività riesce altresì a suscitare piacere ed emozione, questo agire non rimane fine a sé stesso, ma diviene significativo per colui che lo pratica, quindi facilmente memorizzabile.
Ecco perché le esercitazioni hanno forma ludica: l’apprendimento, oltre a divenire significativo, risulta lieve e assai piacevole.
Restiamo lontani, dunque, dal pregiudizio che vuole il gioco un puro divertimento e accostiamoci all’attività ludica come azione “seria” e strutturata, trasversale a tutte le età della vita.
Alla domanda: giocando si impara? Noi rispondiamo: assolutamente sì!
In qualità di società di consulenza e formazione sui temi di organizzazione aziendale, utilizziamo spesso le esercitazioni ludiche durante i nostri interventi formativi.
Gli ambiti di applicazione riguardano temi quali: Team Building, Leadership, Comunicazione, Project Management, Controllo di Gestione, metodologie Lean e TOC.
Come nasce un’esercitazione?
Ebbene sì, “la necessità aguzza l’ingegno”. E’ capitato che alcuni consulenti Project Group abbiano ideato esercitazioni ad hoc per un proprio corso formativo, non avendone a disposizione di già conosciuti. E’ il caso dell’attività “Ago e filo”, ideata dal collega Diego Bettazza per il workshop relativo al Controllo di Gestione, in cui si voleva far sperimentare l’efficacia di un metodo di produzione, rispetto ad un altro più tradizionale messo a confronto.
Capita altrettanto spesso che le esercitazioni derivino da format pre-esistenti, conosciuti grazie a formazione, lettura di testi, o ricerca online.
In Project Group non viene utilizzato nessuno strumento senza che ne sia già stata testata l’efficacia…e noi siamo i primi a metterci alla prova! Frequenti sono le giornate organizzate per collaudare le nuove attività e riflettere sugli aspetti a favore e contro riscontrati: cosa abbiamo capito da questo gioco? Qual è il messaggio veicolato? A quale scopo può essere utilizzato? Ci sono aspetti che è il caso modificare?
E’ di qualche anno fa il progetto “Fun Team Building”, una rosa di giochi educativi per incentivare l’affiatamento nei gruppi di lavoro, ideato inizialmente da una collega per capire come si sarebbe posizionata Project Group rispetto all’idea del gioco come strumento di lavoro, oltre che per sperimentare in prima persona le numerose attività proposte.
E che ve lo dico a fare? Non ci si annoia proprio mai!