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Solo poco più di due mesi fa parlavamo di smart working come di un’opportunità cui si sarebbe dovuto guardare con interesse. Alcune società grandi o medio-grandi lo stavano già sperimentando da qualche anno sia all’estero che in Italia, ma le realtà più piccole continuavano a guardare a tale pratica con diffidenza. Poi, improvvisamente, siamo piombati nell’era covid-19 e l’opportunità si è trasformata in necessità. Le organizzazioni si sono così ritrovate nella condizione di dover familiarizzare con lo smart working e le sue logiche e, di conseguenza, con il tema dell’organizzazione e del controllo della produttività delle proprie risorse.
La diffidenza verso il lavoro agile è ancora piuttosto diffusa, ma nelle ultime settimane anche gli imprenditori più scettici hanno potuto constatare che in alcuni casi è addirittura conveniente approfittarne. Già nel corso del 2018 l’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano aveva notato che il lavoro da remoto aumentava la produttività del 15% per lavoratore, riduceva l’assenteismo del 20% e generava un risparmio del 30% sulla gestione degli spazi fisici. Quindi perché non continuare l’esperienza anche quando questo periodo sarà solo un lontano ricordo? Ovviamente con i dovuti accorgimenti e le corrette strategie.
Come rendere il lavoro da remoto “smart working”? Condividendo, condividendo, condividendo
Prima dell’esperienza diretta, potevamo pensare che per riuscire nell’implementazione del lavoro agile ci sarebbe bastato accendere i nostri computer da casa e iniziare a lavorare. Adesso, invece, sappiamo che ci sono dei principi su cui basare tale opportunità ed il più importante è senza dubbio la condivisione. Datore di lavoro e dipendenti devono remare nella stessa direzione. In questo senso la necessità di controllo della produttività deve coincidere con l’entusiasmo di chi è controllato. Questo è possibile se si prevede che il lavoro da casa sia valutato tramite il raggiungimento di obiettivi prefissati e non tramite il mero conteggio del monte ore settimanali. Va da sé che questo può anche prevedere che il dipendente lavori meno ore di quanto facesse in ufficio, ma con risultati più soddisfacenti. Per fare questo l’ideale sarebbe stabilire compiti e incarichi di ogni risorsa in un ipotetico briefing ad inizio settimana e confrontarsi sui risultati raggiunti, ad esempio, in una video-call (qui trovi il nostro post sul tema) il venerdì pomeriggio. In questo modo sarebbe possibile fare un costante bilancio della programmazione, rilevare eventuali criticità ed elementi di successo.
Verso una nuova misura del valore del lavoro?
Come si è detto, con i giusti accorgimenti e le corrette logiche, è possibile rimodulare il lavoro dei propri dipendenti in ottica di smart working. La necessità della valutazione della produttività del singolo tramite l’applicazione dei principi della MBO (management by objectives) può consentire ai dipendenti di essere completamente autonomi nella gestione della propria settimana lavorativa. Se alcuni avranno modo di lavorare meno ore producendo di più, altri potrebbero faticare a regolarsi e, quindi, a raggiungere gli obiettivi prefissati. Le succitate statistiche del 2018 depongono a favore del lavoro agile, ma non si deve sottovalutare l’importanza dell’organizzazione e della gestione di tale pratica. Per il dipendente, in una situazione ideale priva di criticità impreviste, non sarà difficile soddisfare le aspettative del datore di lavoro, ma è fondamentale che quest’ultimo sia capace di dare le giuste direttive e calibri gli obiettivi in base alle possibilità e alle competenze (tecniche e “soft”) di ogni suo singolo collaboratore. Il rischio è che un lavoratore sia oberato di lavoro mentre il collega addirittura alleggerito.
L’equilibrio è delicato e deve essere mantenuto con attenzione. Considerazioni e ragionamenti non banali, che abbiamo affrontato in queste settimane e che ci hanno portato a pensare ad un nuovo progetto da proporre ai nostri clienti: si tratta di una combinazione di metodo e strumenti utili a rendere lo smart working una scelta vincente da applicare nella propria organizzazione.