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Diciamoci la verità, tutti quelli che hanno sperimentato lo smart working in questi giorni sanno quanto si sia facilmente attaccabili da più fronti: leggi la mail, guarda Whatsapp, poi hai la video-chiamata, poi qualcuno ti chiama al telefono mentre sei in video call, poi nel frattempo la persona con cui stai parlando via video ti manda anche una mail di sintesi. E avanti così tutto il giorno.
A vederla così lo smart working ed in particolar modo le annesse video-chiamate sembrerebbero creare una grande confusione e un moltiplicarsi di attività (il cosiddetto multitasking).
Eppure non possiamo farne a meno. Perchè?
Perché è il confronto con gli altri che ci rende migliori e noi abbiamo il brutto vizio di scoprire nozioni elementari solo quando siamo indotti a farlo dall’esperienza diretta, come in questo periodo di quarantena forzata.
Perché internet, in questi casi, è un’arma a doppio taglio. Da un lato ci distrae con i suoi miliardi di contenuti a portata di clic, dall’altro è indispensabile per continuare a mantenere e coltivare le nostre reti relazionali, umane e lavorative.
Perché è stato dimostrato che attraverso lo smart working la produttività aumenta.
Voi su quale fronte vi batterete?
Noi abbiamo deciso, che dopotutto in questo momento non abbiamo un’alternativa, e quindi sulla video-call investiamo alla grande.
La video-chiamata come momento di crescita e stimolo
E’ sicuramente il momento dello smart working più importante in assoluto. È il momento del confronto per eccellenza. Ci si ragguaglia sullo stato di avanzamento dei lavori, si ragiona in gruppo attraverso la tecnica del brainstorming e ci si motiva reciprocamente.
Quando sappiamo di essere guardati, oltre che ascoltati, siamo costretti a reimmergerci nella routine quotidiana da ufficio. E per metà è come se lo fossimo…
Le donne si truccano, gli uomini, almeno per un poco, ripongono sotto il cuscino il pigiama e indossano camicie bianche o sobri maglioncini. Ok, forse è meglio sorvolare sullo stile che si sfoggia dal vivo dalla vita in giù, ma tanto nessuno lo vede e questo è uno dei vantaggi di cui beneficiamo grazie alla videochat.
La cosa più importante è che però in quei momenti abbiamo il giusto mindset, quello vigile e operativo delle più intense e attive giornate lavorative. Non ci sembra più di essere a casa nostra e, anzi, percepiamo una sana tensione emotiva che ci consente di mettere meglio a fuoco i nostri obiettivi.
La video-chiamata batte la telefonata 10 a 0
La stessa tensione emotiva può essere generata dallo sguardo di un estraneo su una porzione, seppur piccola, della nostra casa, della nostra intimità. Nelle videoconferenze dall’ufficio non ci preoccupiamo di quello che i nostri interlocutori possono vedere, ma durante lo smart working potremmo farlo.
Il collega o il cliente, che magari sa poco o nulla di noi come persone, intravedendo uno scorcio dell’arredamento alle nostre spalle può fantasticare per un istante su chi siamo e farsi un’opinione sui nostri gusti.
Il nostro consiglio? Cogliete l‘inquadratura giusta, quella con miglior luce e mostrate ordine.
Maggior ordine attorno a noi, maggior ordine nella nostra testa. Non è solo quello che pensiamo noi valutando gli altri, ma è anche quello che gli altri pensano valutando noi.
Un altro aspetto per cui la videochat è meglio della semplice telefonata è che la prima esige da parte di entrambi gli interlocutori una maggiore attenzione.
Entrano in gioco sia il linguaggio verbale sia quello non verbale, che nella comunicazione telefonica viene meno. La semiotica ha prodotto negli ultimi decenni migliaia di studi sull’importanza del linguaggio non verbale. Gesticolare mentre si parla stimola sia la facondia del parlante che l’attenzione e la curiosità dell’interlocutore. Quest’interazione di livello superiore è possibile, in questo periodo, soltanto grazie alla video-chat.
È vero, non possiamo alzare gli occhi al cielo e scrollare le spalle quando non siamo d’accordo con quello che ci viene detto, ma possiamo intuire se quello che diciamo interessa a chi sta dall’atra parte dello schermo. Gli occhi, si dice, non mentono mai.
Un’opportunità che non si deve dimenticare
Quella della video-call, non è un’invenzione recente (ebbene sì Skype esiste dal lontano 2003), tuttavia è decisamente nuova la sua diffusione capillare su scala mondiale come strumento di lavoro indispensabile per lo smart working. Se prima di quest’ultimo mese a fruirne erano solo liberi professionisti e dirigenti, oggi anche gli impiegati sono stati chiamati in causa. Attivare lo smart working, con tutti gli annessi e connessi, non è attività scontata e banale: si devono considerare processi, risorse ed obiettivi. Se sentite di non star sfruttando appieno le sue potenzialità, fateci un colpo di telefono, potremmo aiutarvi! Anzi no, video-chiamateci, sarà ancora più bello!