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Durante la mia lettura giornaliera di articoli e post dal mondo del web e dell’editoria, sono stata attirata da questo titolo: “Festa della donna- L’8 Marzo: una festa esecrabile”.

Con tutto il rispetto per il pensiero altrui, non sento di condividere tale affermazione. Conosciamo bene tutti l’origine di tale commemorazione (per lo meno me lo auguro)…perché di tale cosa si tratta: una giornata dedicata al genere femminile, che storicamente ha visto negate per sé libertà e subìto repressioni di vario tipo.

Dunque, innanzitutto, un appunto nella terminologia: non si tratta di una festa! Non c’è nulla da festeggiare, piuttosto qualcosa da commemorare.

Altra considerazione: oggi, in Occidente, la condizione femminile è nettamente migliorata, seppur vi siano ancora strascichi di disuguaglianza illegittima nel campo lavorativo, politico, ecc., mentre in altre zone della terra la situazione sembra essere ben più grave.

Ciò che, a parer mio, dovrebbe essere condannato- questo assolutamente sì – è la degenerazione dell’8 Marzo, il suo risvolto commerciale e ludico (penso agli spogliarelli), che nulla ha a che vedere con il senso originario di questa celebrazione.

Arrivo al punto. Credo sia importante ricordare la donna in nome di tutte quelle che per ragioni culturali e geografiche non possono godere delle medesime libertà e diritti.

Dunque, viva l’8 marzo!…a ricordo dei soprusi passati e di quelli ancora subìti da una grande fetta della popolazione femminile mondiale.