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Alla luce della crisi del mercato editoriale Murdoch ha avanzato la proposta di studiare un sistema di micropagamento degli articoli. Google in questi ultimi giorni sembra avere pronta una nuova applicazione per assecondare questa idea.

Il tema è affascinante è complesso. Il problema, a mio giudizio, non sta nel quanto si paga ma nel perché. La lettura è un consumo emozionale, come la visione di un cinema, l’andare ad un concerto. Informarsi non è un problema di lettura ma di fonti, spesso ci si informa in via accidentale, perchè le news arrivano in ogni modo: dalla tv mentre siamo seduti in pausa pranzo, dal web e dai social network, da un quotidiano trovato in un locale pubblico. Possiamo essere interessati a pagare per leggere un articolo di una grande firma (non mi dilungherò sull’aggettivo “grande”) ma difficilmente lo faremo on line per avere un aggiornamento informativo.

Vado oltre. L’informazione a pagamento nel 2010 è superata. Esiste ancora la nicchia delle edicole, che probabilmente resisterà nei secoli, ma quanto copre in percentuale l’informazione pagata rispetto al totale di messaggi ricevuti da una persona in una giornata qualsiasi? I quotidiani sono stati spiazzati dalla gratuità di Internet. Ma non si pongono lo stesso problema se tutti i bar mettono una copia a disposizione di centinaia di potenziali non clienti delle edicole. Semplicemente si adattano, e vendono la pubblicità sui contatti stimati anziché sulle copie vendute.

In sintesi: pensare al pagamento diretto dell’informazione in un’epoca dove tutto è informazione è miope, quantomeno conservatore. Significa ignorare che oggi la gente si informa già in maniera gratuita, spesso accidentale, non organizzata, multimediale. Allo stesso modo significa ignorare gli stessi business model delle aziende che dalle vendite in edicola traggono parte dei profitti, basate su ricavi che sono prevalentemente pubblicitari.

L’unica via d’uscita è interpretare gli interessi che possono determinare un nuovo modello vincente. E in questa valutazione penso che gli inserzionisti abbiano più peso dei lettori. Meglio prendere un euro alla volta dai lettori oppure mille euro alla volta dagli inserzionisti? è evidente che che se i lettori hanno tante alternative è meglio incentivare gli inserzionisti e fidelizzarli. Ma come? La risposta è nella qualità visto che ormai il prezzo diretto (l’euro del giornale in edicola, o i millesimi dei micropagamenti immaginati sul web) è ipersvalutato dall’eccesso di fonti.