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FAIL FAST, SUCCEED FASTER.

Ovvero sbaglia velocemente, raggiungi il successo ancora più velocemente”.

Era la scritta sulle T-Shirt dei Mentor al corso Lean Start Up Milano a cui ho partecipato con due colleghi la primavera scorsa. E linvito a commettere errori imparando da questi è uno dei messaggi più forti di Eric Ries nel suo best seller Lean Startup (in italiano Partire Leggeri): l’invito a non avere paura a buttarsi, a testare la bontà della propria idea, ad avere un feedback, anche doloroso, dal mondo reale sulle convinzioni, sugli assunti che animano le nostre idee.

Quali passaggi prevede il metodo Lean Startup?

Il metodo Lean Start Up prevede infatti che si esplicitino quali sono gli assunti più critici, invalidati i quali l’intera idea di prodotto, servizio, progetto, cadrebbe: pensate a come sarebbe stato lanciare Mc Donald senza che vi fossero degli appassionati di hamburger.

E’ un metodo “Lean” , cioè snello, perché evita di perdere tempo con idee che non vale la pena perseguire in quanto basate su assunti sbagliati. Esiste nel mondo un movimento chiamato Fuck Up Night che ha fatto dello slogan “Sbagliando s’impara” la propria ragione d’essere. In attesa che anche a Brescia si organizzi un evento di questo tipo, prendo coraggio e provo a condividere alcuni fallimenti recenti:

  1. chiedere a giovani laureati l’invio di un video curriculum come strumento di selezione: solo due cv ricevuti;
  2. organizzare un aperitivo “a KmZero”, finalizzato a creare un’occasione di networking per le aziende “vicine di casa” di  Project Group: su 160 aziende contattate, 11 hanno aderito e solo 2 hanno effettivamente bevuto con noi;
  3. cercare di organizzare un festeggiamento comune tra aziende 25enni di Brescia: dopo mesi di tentativi abbiamo dovuto rinunciare per mancanza di adesioni!

Si tratta di fallimenti che non riguardano il Core Business della nostra società di consulenza ed è per questo forse che è più facile parlarne, ma al di là della tipologia di fallimenti ciò che importa è avere compreso un metodo efficace per imparare dagli errori!

Cosa mi hanno insegnato i 3 fallimenti che ho rivelato?

Hanno confermato la bontà del metodo Startup e in particolare:

  1. l’importanza di esplicitare gli assunti: nel caso dei neolaureati il mio assunto (errato) era che i millenials fossero comunque a proprio agio con l’uso dei video;
  2. è conveniente testare le proprie idee su un campione ristretto prima di metterle in pista: nel caso delle aziende di Brescia di 25 anni con una manciata di interviste avremmo verificato che una festa comune non era in sé un fattore di successo;
  3. le idee possono essere abbandonate o, spesso, modificate! Se il videocurriculum non è lo strumento con il quale potere incontrare i giovani di oggi: meglio incontrarli durante un Career Day universitario! E infatti abbiamo partecipato a quello proposto da UniBS nelle scorse settimane!