Tempo di lettura 2 minuti

“Un’alimentazione fortemente speziata è garanzia di buona salute”. È questo il principio ispiratore della cucina indiana, che si presenta molto varia da regione a regione, e che offre un vasto assortimento di piatti e di tecniche di cottura.

I prodotti culinari principali sono il riso, l’Atta (farina integrale di grano) e una grande quantità di legumi, tra cui: masoor (lenticchie rosse speziate), bengal gram (un legume della famiglia dei ceci), toor ( detto pisello giallo), urad (un legume piccolo bianco grigiastro e rettangolare) e mung (fagiolo giallastro e rettangolare).

L’India del nord è caratterizzata dal ghee, un soffritto di spezie fatto con burro chiarificato, che fa da base per ogni preparazione. Si consumano soprattutto latticini (yogurt e latte per primi), diversi tipi di pane (il roti è uno dei più diffusi) e carne grigliata (agnello e capra).

I piatti principali sono i pulao persiani, miscugli di riso e carne con zafferano e i biryani, piatti unici a base di riso, carne o pesce, e verdure.

L’India del sud invece è prevalentemente vegetariana. Si consumano legumi , cereali e molto riso. Il burro è sostituito dall’olio vegetale. Oltre alla verdura vi è un grande consumo di frutta: anacardo, banana, limone, guaiava, mango, papaia, tamarindo.

Sulla costa tropicale si mangia invece molto pesce, crostacei e molluschi, rigorosamente speziati.

Generalmente per il pranzo i lavoratori portano da casa il “tiffin” (il bento giapponese o la schiscetta milanese per intenderci), contenente piccoli assaggi di piatti diversi…

Valigia alla mano. Non ci rimane che fare un altro “viaggio d’esplorazione”.