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Big Data tutti intorno a noi: ne sentiamo parlare, ne leggiamo sui giornali, ne parlano in ufficio e a volte anche in palestra. Una vera e propria invasione di dati che le aziende dovrebbe analizzare ed utilizzare per garantirci migliori prodotti, servizi e soluzioni. Ma, di fatto, di cosa stiamo parlando? Entità fisiche? Numeri? Codici che scorrono sui monitor dei più grandi computer del mondo?

Cosa sono in realtà i Big Data?

Per spiegarlo riprendiamo la nostra definizione pubblicata sul Giornale di Brescia nella Rubrica Le Parole del Management: “letteralmente: grande mole di dati.

E’ l’espressione con la quale si fa riferimento ai dati che provengono dal mondo digitale, che a causa della loro complessità (velocità, volume, varietà e variabilità), devono essere analizzati con sistemi non convenzionali per potere essere interpretati.

Da qui la necessità di implementare in azienda strumenti e sistemi derivanti dalla quarta rivoluzione industriale – intelligenza artificiale, statistica inferenziale, analisi predittive, ecc. – e l’esigenza di inserire nuove figure all’interno dell’organizzazione che detengano le competenze necessarie a governare il processo di gestione dei Big Data. Due nuove figure professionali nate per colmare questa mancanza sono:

  • il Data Scientist e il Data Analyst che analizzano grandi quantità di dati provenienti sia dai sistemi informativi aziendali che dall’esterno;
  • il Cyber Analyst: professionista della sicurezza dell’informazione che utilizza le proprie competenze e conoscenze di base – in settori come l’amministrazione di rete o l’ingegneria di rete – per aiutare a contrastare le attività di criminali informatici (hacker) che potrebbero intaccare i sistemi di analisi dei dati all’interno delle aziende.

Quali finalità e quali vantaggi grazie i Big Data in azienda?

Una ricerca condotta a livello mondiale mostra che le aziende desiderano sfruttare l’analisi di queste grandi moli di dati per differenti usi tra cui: miglioramento dei flussi informativi (27,6%), implementazione ed integrazione di nuove tecnologie e metodologie (24,8%), creazione di nuovi modelli di business e strategie go-to-market (15,4%).

  • In Project Group abbiamo cercato di immaginare alcuni obiettivi raggiungibili grazie allo studio e all’analisi della grande mole di dati presenti nelle organizzazioni:
  • migliore conoscenza del cliente: perché e quando (non) compra, come si comporta prima di acquistare/abbandonare l’impresa
  • più efficace pianificazione mettendo a sistema informazioni interne, dati di mercato, dati di terze parti (dalle previsioni meteorologiche all’andamento dei tassi di interesse)
  • sviluppo di sistemi intelligenti per automatizzare i processi: un contact center automatico, sistemi di movimentazione della merce automatizzati, ecc.

Il raggiungimento degli obiettivi sovra citati porta le aziende verso ampi miglioramenti sia in termini di efficienza, sia nella gestione dei processi decisionali, sia nell’esperienza offerta al proprio cliente. 

Quindi perché non provare anche con la vostra organizzazione ad investire nell’analisi dei Big Data per perseguire obiettivi sfidanti e lungimiranti? Se volete approfondire l’argomento, leggete il nostro articolo pubblicato sul Giornale di Brescia. Non lasciatevi travolgere dai dati, imparate a farne tesoro.

Ricordate di scaricare qui  la card con la definizione di Big Data e di aggiungerla a tutte le altre!