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La donna conferma la sua gagliardezza, dati alla mano. La ricerca in questione è “E’ lei il titolare?“, promossa da Confartigianato Milano, realizzata con il sostegno di Confartigianato Lombardia e Federcasse-Bcc.
Obiettivo: individuare in cosa si differenzia la gestione d’impresa femminile da quella maschile.
Per fare ciò si sono scelte coppie di imprese simili per attività, dimensioni, territorio, fatturato, ecc., ma diverse per genere del titolare (una maschile e l’altra femminile).
Ad essere sotto la lente di ingrandimento, dunque, le donne imprenditrici, “soggetto” d’analisi non frequente nel panorama delle indagini di settore.
Innanzitutto sono apparse molto risolute, motivate e appassionate alla loro attività.
Per loro, l’annosa questione tipicamente femminile della conciliazione casa-lavoro non appare un problema: grazie all’aiuto prezioso del coniuge riescono a gestire al meglio sia le attività lavorative, che quelle familiari.
Le donne manager sono risultate più propense, rispetto ai colleghi uomini, a promuovere collaborazione tra i dipendenti e a delegare responsabilità organizzative e di cooperazione, ottenendo collaboratori più responsabili e maggiormente soddisfatti.
Mentre la leadership maschile è più tradizionale (accentratrice), ovvero fatta di rapporti formali e gerarchici, quella femminile rispecchia lo schema organizzativo moderno, di condivisione delle informazioni e di potere partecipato. Il rapporto con i dipendenti è informale, personalizzato, improntato al dialogo e alla partecipazione.
Le leader sono risultate attente all’altro e comprensive anche per le questioni extra-lavorative dei collaboratori. Ecco dunque che a fronte di una tendenza a demandare, si contrappone una posizione di centralità “richiesta” alla donna manager, alla quale spesso e volentieri i dipendenti si rivolgono direttamente e senza riserve.
Che il nuovo modo di gestire l’impresa sia racchiuso davvero nelle caratteristiche tipicamente femminili dell’apertura all’altro, dell’ascolto empatico e della condivisione?