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Che in ufficio non ci si possa presentare in mini gonna e tacchi a spillo, o con le infradito, seppur di ultimissimo modello, è piuttosto scontato…Tuttavia forse non tutti sanno che queste norme di buon senso rientrano in un più ampio insieme di regole, atto a disciplinare il modo di vestirsi nei diversi luoghi di lavoro: il WORK DRESS CODE.

Ovviamente la stesura scritta o meno di tale codice dipende dall’azienda considerata, mentre la sua rigidità scaturisce dalla formalità dell’ambiente e dalla necessità di interagire o no con i clienti.

Al di là di tali peculiarità, vi sono norme che sarebbe bene considerare…Pare, ad esempio, che non sia molto appropriato recarsi al lavoro vestiti da spiaggia, tantomeno da sera. Non dovreste sembrare neppure dei corridori, ciclisti o appassionati escursionisti: bando, perciò, a pantaloncini, bermuda, pantaloni della tuta o salopette.

L’abbigliamento che espone parole o immagini potenzialmente offensive per i colleghi non possono essere accettate, mentre sono ammessi loghi e nomi di squadre sportive, università o marche famose.

Colleghe donne, non provate a indossare indumenti scollati, che lascino scoperti schiena, petto, pancia e spalle.

Per quanto concerne gonne e vestitini: guai a lunghezze troppo corte e strette, o a spacchi vertiginosi; niente “spaghetti-strap dress”, gli abitini con gli spallini troppo sottili per intenderci…

Decisamente di cattivo gusto l’intimo a vista, le scarpe fluorescenti e quelle aperte sulle dita.

Inammissibile, infine, il vestito sporco, strappato, logoro o stroppicciato (perchè? c’è qualcuno che osa tanto?!).

Niente di nuovo? Beh, se esistono queste regole un motivo ci sarà!

Se fossimo in voi non le sottovaluteremmo…potrebbero chiedervi davvero di tornare a casa a cambiarvi.