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Obiettivo del Summit 2015, a cui ha partecipato Elisabetta nostra consulente, quello di raccontare come la relazione UOMO-LAVORO-TECNOLOGIA sia mutata nel tempo e quali siano i futuri mondi di imminente concretizzazione.
Un’apertura di contenuti elevatissimi quella fatta da Paolo Crepet che ci racconta l’evoluzione del lavoro partendo dalla fabbrica degli spilli di Adam Smith, passando per il telelavoro, che vide come antesignana la SIP a provarlo per prima in Italia. Per arrivare al coworking e all’ottimo esempio di grande risultato di Talent Garden, di origini tutte bresciane.
Per giungere infine all’ultima avanguardia chiamata Smart Working. In quest’ultimo la prospettiva e le aspettative di lavoratore e “datore” di lavoro mutano, si scambiano di posto e hanno molto più a che fare con i valori del singolo che con il timbro su un cartellino. Nello Smart Working ognuno è responsabile dei propri obiettivi lavorativi, pertanto si misura la qualità e non la quantità (ovvero il tempo impiegato o dichiarato ) del lavoro svolto. E’ una vera rivoluzione che impatta non solo sul lavoro stesso ma sul singolo, sullo spazio e sul tempo. Infatti non conta dove sei o in quale momento della giornata stai operando allo scopo di compiere il tuo mandato. Sia tu in barca o in auto, a casa o al mare, di giorno o di notte, l’importante è il risultato raggiunto, l’adeguatezza dello stesso rispetto al mandato e la soddisfazione di tutti i soggetti coinvolti, per prima la tua. Non esiste più uno spazio (il TUO ufficio, la TUA scrivania, il TUO computer …) e un tempo (dalle 8 alle 5, dalle 9 alle 6,..) definiti, esistono solo i risultati attesi e la tua responsabilità, dedizione e organizzazione per raggiungerli. Ma conta anche la contaminazione, o impollinazione, tra menti creative, la Silicon Valley ne è un esempio, per poter innovare, inventare, co-creare.
Necessità e contaminazione sono le chiavi del successo per Crepet, che passa questo assist a Maria Chiara Franceschetti di Gefran, che introduce il concetto di FATTORE UMANO come FATTORE MOLTIPLICATIVO. Per quest’ultima, le tecnologie asservono l’uomo, che rimane il centro della creatività e della produzione, anche di IDEE. A lei si accoda Franco Stefani di System Group , che ci descrive cosa sia per lui la Factory 4.0: “una azienda gestita in wi-fi, monitorata mediante sensori che permetta all’uomo di controllare on-line in tempo reale”.
Il testimone passa tra gli altri a Paolo Streparava, Ceo di Streparava, che avvalora le teorie dei precedenti relatori dichiarando come “l’innovazione di processo sia tanto importante quanto il fattore umano” per l’evoluzione delle aziende. Ci confida di come il miglioramento continuo, alla base del pensiero LEAN, gli impedisca di scattare una fotografia a immortalare i risultati raggiunti. Infatti essere troppo soddisfatti di un traguardo ottenuto, ci precluderebbe ambire a raggiungerne altri sempre più ambiziosi, che potrebbero rappresentare azienda ideale, o meglio quella che lui chiama “la-Streparava-che-vorrei”.
Disseminati qua e là nel convegno 3 racconti di giovani Bresciani, orgoglio del territorio e dell’UniBs. Ci raccontano le loro tesi e ci catapultano in un cyber-universo dove però ancora è l’intelletto a guidare. Ne da concreto esempio la piattaforma decisionale Argandecc.com, ideata da Dario Pellegrini, attraverso la quale puoi prendere una decisione in base alle opinioni di tutti gli interlocutori della piattaforma che hanno preso parte alla discussione. Un algoritmo complesso vi darà il rate delle migliori risposte: in INPUT e OUTPUT l’UOMO, nel mezzo l’elaborazione della tecnologia. E in fine eccolo il futuro. Ce lo racconta Agostino Santoni AD di Cisco Italia, che descrive quello che saremo in pochi anni. I numeri della crescita delle tecnologia informatica non si possono contenere in una slide e sui racconti ci fanno comprendere come il “Futuro” è già “Presente”.