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Ieri è stata la giornata di “Pane, Web e Salame“, edizione numero 4. Stessa location di sempre: l’incantevole Castello Malvezzi sulle pendici del colle San Giuseppe di Brescia. Prati, fiori e alberi: i pavoni sono i veri padroni di casa e la “voce” che accoglie noi partecipanti. Il sottotitolo della convention è “Come Internet mi ha salvato la vita”; facile immaginare il filo conduttore degli interventi: esporre la propria esperienza e storia, nella quale Internet ha avuto un ruolo fondamentale, ha dato cioè un’opportunità di crescita, soprattutto lavorativa. Il messaggio di molti: credere all’innovazione e provarci. Sempre.
La sala è gremita e inutile dire che pochi sono quelli sprovvisti di uno smartphone o un tablet. Testa china a twittare con hashtag #pwes4 le frasi più significative e simpatiche degli speaker, o i propri commenti e fotografie appena scattate.
Ad “aprire le danze” Riccardo Luna, un giornalista affermato è primo direttore di Wired (famosa rivista americana di tecnologia e innovazione). Il suo intervento intende sottolineare il ruolo fondamentale e imprescindibile, per la crescita di un paese, della tecnologia e dell’innovazione. “Internet e’ un’arma di costruzione di massa”, afferma, sottolineando l’importanza dell’istruzione e il ruolo fondamentale di Internet e della tecnologia per la formazione delle nuove generazioni.
Interviene poi Matteo Caccia. Nasce come attore, tuttavia oggi si dedica soprattutto alla radio. E’ professionista di Media Storytelling e racconta della sua esperienza in radio e del progetto “Amnesia” “trasmessa da Radio2, uno sceneggiato che si è fatto conoscere per la sua incredibile storia: Matteo un anno prima, mentre si trova in teatro, viene colpito da un’ amnesia retrograda globale. Nel programma Matteo tiene un diario in cui ricostruisce i pezzi della sua vita. Radio2 trasmette l’ultima puntata dell’ormai cult Amnesia il 31 luglio 2009, anno in cui Matteo svela ciò che tutti si sono chiesti: si tratta di vera Amnèsia o è tutta una storia inventata? La risposta, come molti immaginano, è la seconda; il programma nasce da un’idea di Matteo”. Cita, inoltre, un progetto estremamente interessante, condotto da lui stesso in un’azienda siderurgica bresciana: un intervento di formazione per la Sicurezza, condotto però con la metodologia dello Storytelling. Ai lavoratori è stato chiesto di “raccontare il proprio lavoro”, le condizioni e le procedure lavorative quotidiane. In seguito è stata scattata loro una fotografia-ritratto e creato il montaggio di tutti i loro volti e dei file audio delle loro voci e storie.
Segue coffee break, con poco coffee e molto pane e salame (e cosa altrimenti?).
Con lo stomaco pieno si rientra in sala ed è la volta di Giulio Vita, direttore artistico de “La Guarimba Film festival” (#BeGuarimbero). E’ un ragazzo di 25 anni, con uno spiccato accento spagnolo (ha origini italiane, ma cresce in Guatemala e studia in Spagna). La sua storia? E’ riuscito a portare ad Amantea (Calabria) il Festival del Cinema Internazionale, grazie all’utilizzo massiccio di Internet. La grandezza dell’azione risiede nell’avere attirato il mondo in un paese prima sconosciuto e chiuso, come quello calabrese. In tutto questo ha coinvolto il padre e il nonno, soprattutto per il ripristino di un cinema all’aperto ormai dismesso.
Seguono due storie di ragazzi “bresciani nel mondo”, che grazie a Internet hanno conosciuto il successo e cominciato a viaggiare. Si tratta del nostro ex collega di Uncle Pear Luca Orio e Davide Dattoli.
Il primo è intervenuto attraverso un filmato made in USA. Ha raccontato la storia del suo successo oltreoceano e come un utilizzo massiccio dei Social media abbia portato lui e il suo gruppo ad essere notati prima, e quindi, a riuscire a partire per gli Stati Uniti e diventare famosi.
Infine, Davide Dattoli: il rapporto con Internet, sin dalla tenera età, e la fortunata esperienza con Talent Garden.
Purtroppo impegni lavorativi mi costringono ad abbandonare. Mangio di sfuggita un boccone di frittata e sfreccio verso l’ufficio, con la testa ancora immersa nelle storie che ho ascoltato.