1. Cos’è “Open Strategy” e come l’abbiamo conosciuta?

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Il leadership forum 2022 è stata un’occasione per raccogliere nuovi stimoli e imparare.

Da Umberto Galimberti avevamo ascoltato l’importanza del connubio tra mondo ed emozioni (vedi blog post dedicato) mentre da Kurt Matzler, professore di Management Strategico all’Università di Innsbruck abbiamo appreso la teoria dell’Open Strategy grazie al libro di cui è co-autore: Open strategy. Governare il cambiamento dirompente uscendo dalla stanza dei bottoni.

Eccone una breve sintesi…

Il libro esplora il ruolo che le figure interne ed esterne all’organizzazione, come i dipendenti, i partner e i clienti, possono svolgere nella creazione e nell’attuazione di una strategia aperta e resiliente: Open Strategy per l’appunto. Con l’accelerazione dei cambiamenti tecnologici e del mercato, le aziende devono essere in grado di adattarsi rapidamente per rimanere competitive. La metodologia proposta dal libro mira a creare un modello di business per un’organizzazione flessibile e preparata, in grado di sfruttare al meglio le opportunità e di affrontare le minacce di possibili competitor.

2. La nostra esperienza di Open Strategy

Noi di Project Group abbiamo provato a cimentarci nell’applicazione di questo metodo.

Lo abbiamo semplificato e adattato alle nostre esigenze.

Ecco dunque la Open Strategy by PG.

1^ fase: scelta delle persone da coinvolgere

Abbiamo ritenuto che proporre un incontro di Open Strategy all’interno del nostro incontro mensile di allineamento fosse sufficiente per avere una pluralità di punti di vista come vuole la Open Strategy: erano presenti tutti i membri del nostro CdA, i nostri dipendenti di Marketing e segreteria, nonchè tutti i collaboratori considerati partner strategici per una società di consulenza come la nostra.

Certo per l’Open Strategy sarebbe stato ancora meglio riuscire a coinvolgere anche clienti per esempio..ma chissà non è detto che non si decida di riproporre l’esperienza allargando ad altri stakeholder così come avevamo fatto in occasione della nostra Analisi di Materialità (si rimanda al post in cui ne parliamo).

2^ fase: creazione del Trend Radar

Open Strategy propone che la definizione della Strategia parta dalla costruzione di un Trend Radar che viene così definito:

Il trend radar descrive l’importanza di monitorare continuamente i cambiamenti del mercato e di essere in grado di reagire rapidamente alle opportunità e alle minacce. Le aziende devono essere in grado di rilevare i trend emergenti e di adattarsi rapidamente per rimanere competitive. Questo richiede una cultura aziendale che incoraggi l’innovazione e la flessibilità”.

Il metodo di costruzione del Trend Radar suggerisce che si inizi scegliendo dei macro argomenti tematici verso i quali indirizzare le previsioni dei singoli.

I marco argomenti scelti da noi di Project Group sono stati i seguenti:

People, Macro-economia, Tecnologia & Innovazione, Contesto competitivo, Normativa & Politica.

A ciascuna persona, in plenaria, abbiamo chiesto di scrivere su un post-it una “previsione”, “ipotesi” che sarebbe potuta accadere nell’arco temporale 0-5 anni; non solo, avrebbe anche dovuto segnalarne il grado di impatto che avrebbe generato nel caso in cui si fosse avverata: per fare ciò abbiamo deciso di dividere il colore di post-it in base al grado di impatto da valutare:

  • Verde: impatto lieve
  • Giallo: impatto considerevole
  • Rosso: impatto forte

Ma su cosa avrebbero dovuto impattare queste ipotesi? Sul business model attuale di Project Group ovviamente!

Ne sono uscite davvero delle belle!!

Alcuni di noi si sono scatenati nell’immaginare scenari da film di fantascienza altri non sembravano aspettare altro che potere affermare le proprie previsioni socio politiche..

E’ stato interessante vedere come alcuni temi siano stati più ricorrenti di altri ma sicuramente l’aspetto da tenere sempre presente in queste tecniche è quello di sospendere qualsiasi giudizio per favorire la creatività come più volte abbiamo scritto nei nostri post (vedi per esempio quello sul brainstorming)

Una volta raccolte le evidenze, abbiamo rappresentato il Trend radar su un apposito grafico in cui hanno trovato posto le tre variabili prese in esame: i contenuti delle ipotesi, il grado di accadimento delle stesse e il periodo nel quale sarebbero potute accadere.

3^ fase: creazione del Competitor da Incubo

Cosa intende Open Strategy con il Competitor da incubo?

Il Competitor da incubo descrive l’importanza di essere consapevoli della concorrenza e di prendere in considerazione le minacce potenziali al proprio business. Le aziende devono essere in grado di identificare i loro competitor e di capire come questi possono influire sul loro business.

Il processo che ci ha portato alla creazione del competitor da incubo anche in questo caso lo abbiamo un po’ personalizzato sulla nostre esigenze.

Ci siamo distribuiti in 3 gruppi di cui uno fatto tutto di soci e amministratori di Project Group.

A questo gruppo è stato chiesto di aggiornare il Business Model Canvas che già era stato fatto e di prepararsi a rivederlo dopo avere ascoltato i due agguerriti competitor che, sulla base dei trend radar avrebbero proposto il loro business.

Business Model Canvas di PG prima dell’incontro con i Competitor da incubo!!

Qualora vi sia ancora qualcuno che non conosce questo strumento rimandiamo alla presentazione del nostro corso o a richieste di info per capire il significato di colori e delle 9 parti dell’immagine.

Gli altri due gruppi hanno anch’essi lavorato utilizzando il Business Model Canvas per proporre la loro idea di business disruptive!

Le idee di business emerse hanno permesso di discutere e vagliare ipotesi ricche di novità e spunti di interesse.

Il CdA ne ha fatto tesoro e da questo ne sono emerse novità interessanti per dipendenti, collaboratori e clienti di Project Group!

3. Conclusioni

La strada a cui apre la metodologia “Open Strategy” sprona le aziende nel dubitare di sé stesse al fine di rafforzare o addirittura implementare e migliorare il proprio modello di business.

La messa in discussione del modello di business corrente dell’azienda (atteggiamento disrupted) non deve essere visto come un segno di debolezza bensì come una leva per facilitare l’emergere di idee competitive nuove e, di conseguenza, prenderne atto.

Invitiamo tutte le aziende, che come noi amano sperimentare, a provare questa metodologia e lasciarsi ispirare per avere nuove idee nell’affrontare il mondo che cambia!

Se ci volete al vostro fianco noi ci siamo!