Tempo di lettura: 4 minuti
Una delle categorie di interlocutori più importanti per noi, consulenti di organizzazione aziendale, è quella di coloro che svolgono il ruolo di coordinamento dei reparti produttivi.
Una volta li si chiamavano “capi intermedi di fabbrica”.
Se in organigramma sono in una posizione intermedia, nella realtà svolgono il delicato ruolo di “intermediari” o se si vuole di ponte tra la Direzione di stabilimento o addirittura, per le aziende più piccole, la Direzione Aziendale/Proprietà e la forza produttiva fatta di risorse operative anche molto numerose distribuite su uno o più turni di lavoro.

Nella grande maggioranza dei casi, nelle PMI italiane, questi ruoli sono ricoperti da persone che sono cresciute all’interno dell’azienda: entrati come operai nei ruoli più umili, hanno sempre mostrato grande disponibilità, affezione all’azienda e voglia di migliorare dal punto di vista tecnico.
Ciò che emerge dal nostro osservatorio sulle PMI è che in questi ultimi anni si stanno sempre più delineando due stili di gestione delle risorse molto diversi tra loro: da un lato l’approccio tendenzialmente autoritario, basato sull’assegnazione di compiti puntuali e sulla verifica costante dell’operato e dall’altro una gestione più collaborativa e orientata alla comprensione delle esigenze dei dipendenti.
Soprattutto i capi reparto di età anagrafica più giovane, che avrebbero difficoltà a imporsi su colleghi con più anzianità e spesso anche con maggiore esperienza e professionalità, si stanno cimentando a sperimentare un ruolo che essi stessi definiscono quasi da “psicologi”, in quanto orientato all’ascolto dei bisogni dei dipendenti.
Le aziende non dovrebbero sottovalutare l’importanza dello stile di gestione scelto dai propri Responsabili di Reparto e non dovrebbero permettere che sia la predisposizione di carattere, l’indole o l’età anagrafica a guidare lo stile di leadership da attuare in azienda.
Come gli articoli dei principali quotidiani internazionali e italiani ci dicono da molti mesi ormai, una nuova epidemia sembra avere contagiato i lavoratori di tutte le età: il mercato del lavoro è sempre più scosso dalla YOLO economy, che spinge i lavoratori a cercare un equilibrio tra vita lavorativa e personale. L’acronimo YOLO sta per “You Only Live Once“, che significa “si vive solo una volta” e indica un atteggiamento basato sulla valorizzazione del presente e sulla volontà di sfruttare al massimo la propria vita, evitando di rimandare il proprio benessere e la propria felicità ad un futuro incerto.

Questa tendenza sta diventando sempre più diffusa, soprattutto tra i lavoratori più giovani, che cercano un equilibrio tra vita privata e lavoro e che non sono disposti a sacrificare la propria felicità per il successo professionale.
E’ evidente dunque come i Responsabili di Reparto non potranno più scegliere lo stile di gestione delle proprie risorse, ma dovranno sempre di più garantire che le persone trovino anche in azienda l’ascolto delle proprie richieste di benessere e soprattutto di un clima sereno, di relazioni interpersonali gratificanti.
Sarà strategico per le nostre aziende supportare i Responsabili di Reparto perché riescano non solo a evitare i licenziamenti (sempre più frequenti come dimostrano le statistiche) ma anche a essere più attrattive verso risorse giovani e professionisti sempre più preziosi e difficili da trovare!
I capi reparto già lo dicono a gran voce: ben vengano tutte le iniziative promosse dall’azienda per sviluppare le loro soft skill per una rinnovata capacità di ascolto, comunicazione, delega, motivazione e tanto altro.
Noi di Project Group siamo pronti ad aiutarvi con Corsi di Formazione sulle Tecniche di Ascolto e Comunicazione Efficace, la Gestione dei Conflitti, la Gestione dello Stress, programmi di Coaching e affiancamento ai Responsabili oppure Consulenza per Servizi di Gestione risorse umane e/o Dimensionamento Organizzativo.