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Il tema dell’intelligenza artificiale è uno dei più dibattuti al giorno d’oggi, a partire dalla comunità scientifica fino ad arrivare a quella filosofica ed economica. Questo perché è una tematica capace di sconvolgere a 360 gradi il nostro modo di vivere, sia in ambito quotidiano ma soprattutto in ambito professionale. Considerando che la metà delle attività lavorative di oggi potrebbe essere automatizzata entro il 2055, alcuni timori di esperti sono alquanto giustificati.

Tuttavia, alcune aziende stanno iniziando a sperimentare i benefici che potrebbe portare l’introduzione dell’intelligenza artificiale all’interno di esse, considerando di arrivare ad eliminare circa la metà della propria forza lavoro nel prossimo decennio.  

Uno dei primi casi di studio: il colosso BT Group

Molti posti di lavoro rischiano di essere sostituiti o addirittura sparire a causa dell’intelligenza artificiale. Lo si era già sentito dire, eppure poche società hanno voluto esporsi sul tema. Una di queste è il gigante inglese BT Group, il più grande provider di banda larga e telefonia mobile il quale, ha infatti annunciato l’intenzione di rivedere l’organico aziendale per sfruttare al meglio i vantaggi dell’intelligenza artificiale.

Secondo i media inglesi BT taglierà fino a 55.000 posti di lavoro entro il 2030, l’equivalente del 40% della forza lavoro totale dell’azienda, il numero totale di lavoratori, infatti, passerà da 130.000 a 75.000 – 90.000.

Philip Jansen, CEO di BT Group, è convinto che:

una diminuzione della forza lavoro di tale calibro permetterà all’azienda di ridurre in grande scala i costi entro la fine del decennio

Jansen ha inoltre aggiunto che questo processo richiederà da cinque a sette anni, nei quali verranno attuate varie modifiche all’interno dell’azienda, prima tra tutte lo sviluppo di una rete nazionale in fibra ottica e l’introduzione di servizi mobile 5g ad alta velocità. In seguito verrà digitalizzato il modo di lavorare e verrà introdotta l’intelligenza artificiale, così da semplificare il più possibile la struttura aziendale.

Nuove opportunità 

Philip Jansen ha inoltre accennato che l’intelligenza artificiale può generare “enormi opportunità”, paragonando i modelli linguistici AI ad un’innovazione al pari di quella degli smartphone.

BT Group utilizzerà l’intelligenza artificiale per migliorare il servizio verso i clienti e per cogliere maggiori opportunità commerciali.

Dichiarano infatti:

“Non ci troveremo in una situazione in cui le persone avranno la sensazione di avere a che fare con un robot”, rassicurando “Abbiamo la multicanalità, siamo online, abbiamo 450 negozi e non abbiamo intenzione di cambiare”.

Da un punto di vista oggettivo e comune a tutte le aziende, l’intelligenza artificiale porta grandi espedienti nel mondo del lavoro. L’AI può infatti analizzare enormi quantità di dati ad una velocità sorprendente e prendere decisioni precise e immediate, basandosi solo su dati disponibili; in più non ha emozioni né opinioni, consentendo, quindi, di essere totalmente oggettivi nelle decisioni prese. Può inoltre assorbire le attività ripetitive automatizzando il lavoro di routine, i software intelligenti infatti sono in grado di completare autonomamente attività ripetitive, migliorando e semplificando le prestazioni della forza lavoro, se affiancata nel modo corretto.

Che futuro aspettarsi

 Ciò che si teme, nella maggior parte dei casi quando si parla di relazione tra AI e il mondo aziendale, è la disoccupazione, poiché buona parte delle mansioni svolte in questo ambito possono essere facilmente automatizzate dall’intelligenza artificiale, come abbiamo menzionato in precedenza.

Tuttavia vogliamo citare uno studio del 2022 dell’economista David H. Autor e riportato dalla BBC, secondo cui:

“Il 60% dei lavoratori di oggi è impiegato in occupazioni che non esistevano nel 1940, il che implica che l’85% della crescita dell’occupazione negli ultimi 80 anni, si spiega con la creazione di nuove posizioni guidate dalla tecnologia”.

L’autore mostra come in realtà, nel passato, le innovazioni hanno portato alla creazione di nuove posizioni lavorative, e, probabilmente, sarà così anche nei prossimi anni, con l’avvento dell’AI.

In conclusione, l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il mondo del lavoro in modi sia entusiasmanti che sfidanti. Mentre offre opportunità di automazione e miglioramenti operativi, solleva anche preoccupazioni riguardo all’automazione dei posti di lavoro.

Per garantire un futuro sostenibile è necessario che ci sia un equilibrio tra l’automazione intelligente e la forza lavoro.