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Gli schemi, le categorie, le strutture ci servono.
Ci danno sicurezza: danno un senso al passato, ci permettono di “vedere” il presente e ci aiutano a fare previsioni per il futuro.
Ci permettono di riconoscere chi è nostro amico da chi non lo è, di distinguere ciò che ci piace da ciò che ci dà fastidio…
Peccato che questo strumento che il nostro pensiero è abituato ad utilizzare, diventi poi spesso un’arma contro la nostra creatività, la possibilità di farci stupire, di provare meraviglia, di sprigionare energia.
Ecco allora la decisione di aprire le braccia al 2.0: perché è il tentativo di abbassare le spondine che dividono una scrivania da un’altra, il tentativo di costruire dei legami tra mondi apparentemente separati, di sprigionare l’energia creativa di ognuno nell’incontro con l’altro.
Stiamo sperimentando la fluidità di una realtà resa sempre più veloce dall’aumento esponenziale delle connessioni: connessioni tra personale interno alla nostra organizzazione ma anche collaboratori esterni, clienti e istituzioni.
Ma un dubbio ora c’è. Ed è questo:
Se eravamo abituati a considerarci bravi quando riuscivamo a raggiungere un obiettivo nel minor tempo possibile (efficacia ed efficienza) quale è il nuovo sistema di misura del valore oggi?!?!
Polpettone Thinking è l’angolo delle riflessioni “pacco” in Project Group.