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Avete mai sentito parlare del car sharing? Non è altro che un servizio che consente di prenotare, utilizzare e pagare un’auto solo per il tempo di utilizzo richiesto; l’utente deve recuperare il mezzo nel parcheggio convenzionato più vicino al proprio domicilio e poi ridepositarlo nel medesimo o in un altro luogo di sosta del Servizio.

E’ un fenomeno molto diffuso in Europa, soprattutto in Svizzera (culla del car sharing negli anni ’80), Germania, Olanda e Austria, nel nord America, in Australia e parte dell’Asia.

Nel nostro Paese è attivo in 15 città, concentrate per lo più al nord: Biella, Bologna, Brescia, Firenze, Fossano, Genova, Milano, Palermo, Parma, Roma, Savona, Scandicci, Sesto Fiorentino, Torino e Venezia.

Guai a sottovalutarne valore e portata. Secondo una ricerca condotta dagli esperti di Frost&Sullivan sulle grandi opportunità e potenzialità di questo servizio, il car sharing non arresterà la sua diffusione almeno sino al 2016 (fine del mondo permettendo), raggiungendo i 4 milioni e mezzo in America del nord e i 5 milioni e mezzo nel Vecchio Continente.

In questa direzione si inserisce il progetto Momo, un progetto europeo pensato per diffondere la conoscenza del Car-Sharing e creare nuovi servizi utili alla riduzione sempre più massiccia dei veicoli circolanti, in modo da poter liberare lo spazio destinato alla sosta delle auto, diminuire il consumo energetico e l’emissione di CO2.

Stando alla ricerca Car Sharing e Università di Genova e all’indagine di Costumer satisfaction presentata al IV Forum Car Sharing, i vantaggi sono numerosi: disponibilità del servizio 24 ore su 24, economicità (traducibile nella libertà da tutte le incombenze relative al possesso dell’auto, come bollo, assicurazione, ecc.), versatilità d’uso (gli abbonati hanno a disposizione veicoli di diversa tipologia, che possono scegliere a seconda delle contingenze), libertà di movimento all’interno delle zone ZTL e parcheggio assicurato (si pensi alle zone di parcheggio solo a pagamento), senza contare i risvolti benefici sul traffico e sull’ambiente (riduzione di veicoli in circolazione e relativa diminuzione di emissioni inquinanti), nonché sui comportamenti nell’uso dell’automobile, più razionali e orientati all’utilizzo del mezzo pubblico. Per tutte queste ragioni è emerso anche che il car sharing è apprezzato ed utilizzato non solo dai privati, ma anche dalle aziende, soprattutto quelle situate nelle zone a traffico limitato e che non dispongono di un proprio parcheggio.

Tuttavia i limiti non mancano. Un servizio di questo tipo, infatti, nasce per soddisfare esigenze di mobilità che riguardano spostamenti occasionali e di distanza contenuta (inferiore ai 15.000 chilometri all’anno), si addice, cioè, a coloro che possono utilizzare facilmente anche i mezzi pubblici.

Se volete saperne di più consultate il sito ICS (Iniziativa Car Sharing), troverete tutte le informazioni utili per usufruire del servizio in Italia.

Se invece desiderate ampliare i vostri orizzonti, raccogliendo notizie relativamente alla realtà europea e mondiale, vi consigliamo Carsharing.net