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Cugino del car sharing, il carpooling consiste nella condivisione di auto private da parte di persone che, per diversi motivi, devono compiere lo stesso tragitto. Un individuo mette a disposizione il proprio veicolo, mentre tutti gli altri passeggeri contribuiscono alle spese di trasporto.
E’ una pratica molto diffusa nel nord Europa e negli Stati Uniti, mentre in Italia è stata introdotta solo da un paio d’anni.
Se inizialmente nasce come iniziativa spontanea e autogestita, con lo sviluppo di Internet diventa anche una soluzione commerciale. Sorgono, quindi, piattaforme web che sfruttano l’aspetto partecipativo del web 2.0, mettendo in contatto persone che, pur non conoscendosi, devono percorrere lo stesso tratto di strada.
Abbiamo provato a cercarli nella rete e sono davvero numerosi; da non dimenticare il sito di Autostrade per l’Italia o quello pensato esclusivamente per “le aziende multi sede che vogliono ottimizzare l’uso del proprio parco auto, favorendo una mobilità aziendale sostenibile”.
A proposito di aziende, è di questi giorni la notizia dell’attivazione del progetto “Easy Go- Muoversi con intelligenza”, ideato da Fiat per migliorare gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti della sede di Mirafiori. I lavoratori potranno accordarsi con i colleghi tramite un apposito sito Internet per andare al lavoro insieme.
Tale iniziativa di carpooling interno è stata voluta per razionalizzare gli spostamenti dei dipendenti in una prospettiva eco-sostenibile.
I vantaggi di questa modalità di trasporto, infatti, sono riconducibili a molti di quelli del car sharing, ovvero: riduzione del traffico, dell’inquinamento e un considerevole risparmio economico.
L’altra faccia della medaglia è rappresentata da possibili complicazioni assicurative nell’eventualità di un incidente, dalla possibilità che si viaggi con persone sconosciute e dal vincolo ad orari fissi e percorsi predefiniti.
A occhio e croce i fattori positivi sembrano equiparare i limiti, dunque…perché no?! Prima o poi una piccola rinuncia dovremo pur farla.