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Ci si immagini lavoratori appassionati della propria professione e del proprio lavoro, che conoscono e condividono la mission dell’azienda e che agiscono in vista di un obiettivo comune. In questo caso, cambiando le condizioni di lavoro, si modificherebbe anche la necessità di interromperlo. Dipendenti e collaboratori, piacevolmente coinvolti nelle loro attività e liberi di fermarsi all’occorrenza, lavorerebbero in tempi e modalità adeguate e i break risulterebbero giustamente calibrati, secondo un accordo tacito e un’intesa basata sul buon senso.

Sarebbe davvero così impossibile?