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Credevo di essere una delle poche persone a sostenerlo, ma quando ho letto “Just Say Thanks: Why Accepting Compliments is Good for Your Career” mi sono subito rincuorata: ricevere un complimento non è affatto semplice. L’autrice dell’articolo, K.T. Bernhagen, afferma che spesso, soprattutto le donne, hanno la tendenza a negare qualsiasi apprezzamento, sminuendo le proprie capacità e il proprio valore, anche sul lavoro. Il motivo? Non vogliono mostrarsi eccessivamente vanitose, con il risultato controproducente di mortificare sé stesse, ma anche l’autore del complimento.

Un atteggiamento del genere, quindi, è negativo non solo per l’autostima, ma anche per i rapporti di lavoro, in quanto discredita l’opinione dell’eventuale collega/capo, che ha riconosciuto nel lavoro eseguito qualcosa di veramente lodevole.

Perciò Bernhagen consiglia di accettare con assoluta serenità qualsiasi apprezzamento, con un semplice grazie e un sorriso.

Se reagire a un complimento è affare assai arduo, è altrettanto ambito riceverne uno, soprattutto in campo lavorativo. Lo esprime molto bene Robert Eckert, ex presidente e CEO di Mattel, nell’aticolo dell’HBR “The Two Most Important Words” (“grazie” in inglese è “thank you”), ove sostiene l’importanza di “esprimere sempre il riconoscimento per un lavoro ben fatto”. Un’idea originale in tal senso è stata elaborata proprio in Mattel, scrive, e battezzata con il nome di Rate Reviews: un programma che prevede la possibilità per i dipendenti di ringraziarsi vicendevolmente, attraverso il dono di un certificato corrispondente a una bibita o un caffè.

Stavo pensando: a me capita di dire “grazie” anche quando dovrei semplicemente riceverlo… Significa che ho un eccessiva cultura della gratitudine o che anticipo inconsciamente ciò che vorrei sentirmi dire?