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L’ergonomia di un ufficio è più importante di quanto comunemente si creda. Un ambiente povero e squallido, caotico e disagevole può avere effetti molto negativi sul benessere dei lavoratori e, quindi, sulla produttività. Al contrario, un ambiente confortevole contribuisce ad aumentare la resa e a scoraggiare l’assenteismo.
A sostenerlo, più di uno studio condotto dal British Council for Offices- The impact of office design on business performance e Flexible working a myth for majority of office employees- che ha individuato, tra gli altri, i fattori ergonomico-strutturali utili per il benessere e la redditività dei lavoratori.
Attraverso Weinmann, autore di How your dingy office is hurting productivity- And how you can fix it, individuiamo i principali.
Innanzitutto la temperatura della stanza. Fondamentale che l’ambiente di lavoro non sia nè troppo freddo, nè troppo caldo. Ok, lo avevamo già dedotto autonomamente, ma una evidenza scientifica è sempre utile. Uno studio piuttosto recente effettuato dall’University of Technology di Helsinki in Finlandia, ad esempio, ha dimostrato che la temperatura ottimale di un ambiente interno è di 22°C e che per ogni aumento di grado si verifica una diminuzione del 2% nell’efficacia lavorativa.
Secondo…la luce. Non quella artificiale, si badi bene, bensì quella del sole. L’ufficio dovrebbe essere illuminato naturalmente, fornito di ampie finestre e/o lucernari. Una ricerca interessante a questo proposito è quella condotta in una scuola del sud della California, con la quale si è voluto valutare la relazione tra luce solare e performance umane. Si è scoperto che i ragazzi che erano sottoposti maggiormente alla luce naturale (l’aula era dotata di lucernari e ampie finestre) progredivano del 20% più velocemente nella comprensione della matematica e del 26% più velocemente nella comprensione del testo, rispetto ai compagni situati in stanze buie. Sebbene lo studio sia stato condotto su studenti, l’effetto benefico della luce naturale sulle capacità umane può essere esteso anche ai lavoratori più adulti.
Terzo…ascoltare musica. L’importanza della musica (soprattutto quella classica) per lo sviluppo dell’intelligenza e delle attività cerebrali è piuttosto nota.Tra le diverse ricerche a sostegno di questa tesi ritroviamo un recente studio della Stanford University, con il quale si sarebbe dimostrato quanto l’ascolto della musica aiuti ad essere cerebralmente precoci e abili a sostenere l’attenzione. Interessante, a tale proposito, il suggerimento di Weinmann di far ascoltare la musica in ufficio, ognuno munito di cuffiette e personale compilation. Beh, una bella idea, non c’è che dire, ma un dubbio mi rimane: siamo proprio sicuri che vada bene qualsiasi genere musicale? Non sono preferibili brani di sola musica? Le canzoni, soprattutto se cantate nella mia lingua, mi hanno sempre distratta tantissimo…
Infine, tenere conto delle caratteristiche di ognuno nella costruzione dell’ufficio e nella colorazione delle pareti. Uno studio di Nancy Kwallek pubblicato dalla newsletter InformeDesign dell’University of Minnesota ha confermato l’ipotesi secondo cui gli individui reagiscono in modo differente ai medesimi colori. Non potendo ignorare il risultato della propria ricerca, la Kwallek suggerisce ai datori di lavoro di indagare sull’effetto che i colori hanno sulla produttività dei propri dipendenti/collaboratori, in modo da assecondare il più possibile le loro caratteristiche. Certo, sarebbe inverosimile tinteggiare le pareti di dieci colori diversi; tuttavia, il messaggio vuole essere quello di tenere conto sempre delle caratteristiche individuali di coloro che vivono uno spazio, coinvolgendoli anche in prima persona nella sua strutturazione.