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Ridurre, riusare, riciclare: sono questi i fondamenti dell’Economia Circolare. Si tratta di un modello del tutto diverso da quello lineare, a noi conosciuto come sistema cardine del mercato globalizzato e basato sul produrre, consumare, scartare.
Superare i vecchi paradigmi
Prima di spiegare cos’è l’economia circolare, capiamo perché si è sentita la necessità di superare i vecchi paradigmi.
- Le risorse di cui disponiamo sono limitate, scarse e, dunque, caratterizzate da una ristretta disponibilità, che non permette l’eccessivo sfruttamento richiesto dalla domanda di mercato.
- Il modello lineare produce grandi quantità di rifiuti tecnologici, industriali, ma soprattutto scarti alimentari a livello globale (gli USA gettano 46 tonnellate di cibo ogni anno, l’Europa potrebbe sfamare 200 milioni di persone con ciò che scarta).
- Il sistema economico conosciuto risulta inefficiente per le imprese (costi elevati), i cittadini (iniqua distribuzione delle risorse) e il pianeta (inquinamento).
Cos’è l’economia circolare
L’economia circolare vuole cambiare la filiera industriale adottando le direttive dettate dall’Europarlamento, da qui al 2030, in materia di Ambiente, Clima, Economia e Salute. Come?
- I beni che utilizziamo avranno un ciclo di vita più ampio: i prodotti non verranno scartati dopo l’utilizzo ma riparati, riciclati, reinventati.
- Entro il 2030 la quota di rifiuti urbani da riciclare dovrà raggiungere il 70%, mentre i materiali di imballaggio dovranno arrivare all’80% e gli scarti alimentali diminuire del 50%.
Opportunità, benefici, crescita
Si parla di un forte risparmio di risorse e della riduzione dei rifiuti in ottica anche di sostenibilità ambientale, ma non solo: l’economia circolare permetterà un risparmio annuo di 72 miliardi di euro per le imprese europee e la creazione di 580 mila posti di lavoro.
Dati rilevanti che oggi le persone e soprattutto le imprese non possono sottovalutare e c’è chi già si è rimboccato le maniche: Ikea ha adottato la circular economy con campagne di riforestazione, riciclo del legno usato e la creazione di una cucina utilizzando le bottiglie in Pet provenienti dalla raccolta differenziata giapponese; Coca Cola, invece, punta sulla riduzione dell consumo di nuova materia prima per confezionamento e imbottigliamento. E nel nostro territorio?
L’economia circolare di a2a Ambiente
La nostra cliente A2A Ambiente, impegnata nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti, porta il tema dell’economia circolare all’interno dei nostri confini territoriali.
Molto forte è l’attenzione che la società dedica all’argomento, al punto da dichiarare come strategia aziendale quella di guidare l’intera organizzazione sempre più verso la realizzazione di un’economia non di spreco, bensì di riutilizzo.
A2A Ambiente ha saputo tradurre il proprio impegno per l’economica circolare in numeri ed obiettivi concreti entro il 2030:
- 70% la percentuale di raccolta differenziata da raggiungere nei comuni serviti,
- 99% la percentuale di rifiuti urbani raccolti avviati a recupero di materia o energia;
- capacità di recupero della materia negli impianti di proprietà del Gruppo almeno equivalente al totale dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato.
Appuntamento tra 10 anni per scoprire gli effetti dell’economia circolare sul nostro vivere