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Se vi dico CoderDojo,
sapete di cosa sto parlando?
Qualche mese fa, stavo leggendo un articolo sul web e mi sono imbattuta in questa parola. Avendo praticato judo per molti anni, ne vengo immediatamente attratta. Eh sì perché Dojo in giapponese indica il luogo dove si svolgono gli allenamenti alle arti marziali. Sebbene il termine si leghi al concetto di incontro, come può essere un incontro di arti marziali, poco ha a che fare con il mondo dello sport.
Eh sì, perché si tratta di un movimento, senza scopo di lucro, che si occupa di creare dei club e organizzare incontri gratuiti per avvicinare i giovanissimi (tra gli 8 e i 17 anni) al mondo dell’informatica. Delle palestre per futuri programmatori insomma. Nato in Irlanda nel 2011 ma che si sta espandendo in tutto il mondo, anche in Italia.
Presso i CoderDojo i ragazzi imparano a programmare, sviluppare siti web, applicazioni, programmi, giochi e altro ancora.
Inoltre, promuovono l’utilizzo di software open source gratuiti.
I ClubDojo sono fondati e gestiti unicamente da volontari. Gli incontri di CoderDojo si svolgono generalmente nei fine settimana e hanno l’obiettivo di promuovere l’insegnamento ai bambini, attraverso il coinvolgimento di adulti appassionati nel ruolo di tutor.
Per partecipare basta avere un portatile e tanta voglia di imparare.
L’età minima varia a seconda dei gruppi e dei progetti, ma generalmente è 8 anni e sotto i 12 è richiesta la presenza di un genitore.
Il fenomeno è arrivato anche in Italia: il primo Dojo italiano viene aperto a Firenze nel 2012, seguito da Milano, Catania, Roma, Bologna e Brescia. Oggi vantiamo una quarantina di Dojo su tutto il territorio.
Numerosi, quindi, i CoderDojo italiani, con un programma definito in autonomia, ma con un’unica regola comune: Above all be cool!
Per avere sempre con te la definizione di CoderDojo scarica la Business Note cliccando qui!