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Questa mattina faccio l’ospite e torno sui banchi di scuola. Mi trovo a seguire dalle ultime file la lezione tenuta dal collega Ing. Nicola Freri sul Project Management e sulla metodologia Agile.
“Per un mondo più snello e agile” come dice il mantra di questo percorso formativo.
La mattinata si apre con il richiamo di una famosa citazione di Darwin “Non è la specie più forte che sopravvive né la più intelligente, ma quella più ricettiva ai cambiamenti”. Mi chiedo inizialmente cosa abbia a che fare questa cit. con il metodo “agile”.
Nicola, dall’alto della sua esperienza e avvalendosi di esempi concreti, apre la mia mente e quella del resto dell’aula: colui che è più veloce nel cogliere le novità della tecnologia, crea un gap competitivo rispetto ai concorrenti enorme. E normalmente chi è più veloce? Chi è più agile! Non pensiate sia impossibile pensare che un piccolo Davide possa sconfiggere un grande Golia.
Un esempio? Netflix vs Blockbuster.
Ma non solo tecnologia per vincere i cambiamenti! Fondamentali anche i processi di personalizzazione e modularizzazione; e la tempestività nel soddisfare il consumatore. Pochi moduli che il cliente può combinare come desidera, dando così la possibilità e la sensazione di poter avere un prodotto personalizzato. Il tutto vincendo la resistenza del “ma non può andar bene quel pezzo che già avevo così?”.
L’uomo (e l’azienda) del futuro sarà forte (competitivo) e veloce, aperto al cambiamento, capace di migliorare facendo piccoli passi in maniera continuativa.
Queste caratteristiche si traducono nel concetto di kaizen, ben noto al lean thinking, e condiviso dal metodo agile fatto di:
- breve pianificazione;
- piccoli investimenti;
- intensa collaborazione con le maestranze;
- continuo avanzamento attraverso il raggiungimento degli obiettivi fissati;
- piccoli passi che consento di correggere gli errori strada facendo.
Luoghi comuni sulla metodologia Agile
Spesso chi non ha una piena conoscenza della metodologia tende a diffondere alcuni pregiudizi su questo metodo, che in realtà risultano inesatti. Nicola ne elenca alcuni durante la lezione. Vi riporto i 3 che più mi hanno colpita:
- il metodo agile non prevede pianificazione. FALSO! Semplicemente non si pianifica realizzando grandi moli di documenti e programmi, ma lo si fa pianificando in modo incrementale;
- il metodo agile non prevede la creazione di documenti. FALSO! La documentazione è solo la più leggera possibile e spesso si avvale dell’utilizzo di nuove tecnologie informatiche ed informative (vi rimandiamo su questo a un precedente blog post sulle google app come esempio di strumenti per la condivisione della conoscenza);
- il metodo agile non ti permette di sapere cosa andrai a consegnare. FALSO! Il fatto è che il cliente stesso molto spesso non sa cosa davvero vuole, e così apprezza che ci sia, durante le fasi di progetto, un continuo confronto tra produttore e fornitore per approvare step by step l’evoluzione dei lavori.
Il manifesto Agile
Nicola introduce sul finir della lezione il Manifesto Agile. Di cosa si tratta? Di una vera e propria “costituzione” in cui vengono delineate le linee guida ed i principi della metodologia, normalmente applicata nello sviluppo di software, ma la cui applicazione è consigliata in maniera trasversale a tutte le attività che fanno capo al Project Management.
Ecco i 12 principi, mi auguro che possiate farli vostri e adottarli nello sviluppo dei vostri progetti. Buona lettura!
- La nostra massima priorità è soddisfare il cliente rilasciando funzionalità intermedie di valore, fin da subito e in maniera continua.
- Accogliamo i cambiamenti nei requisiti, anche a stadi avanzati dello sviluppo. I processi agili sfruttano il cambiamento a favore del vantaggio competitivo del cliente.
- Consegniamo frequentemente risultati step by step, con cadenza variabile da un paio di settimane a un paio di mesi, preferendo i periodi brevi.
- Committenti e sviluppatori devono lavorare insieme quotidianamente per tutta la durata del progetto.
- Fondiamo i progetti su individui motivati. Diamo loro l’ambiente e il supporto di cui hanno bisogno e confidiamo nella loro capacità di portare il lavoro a termine.
- Una conversazione faccia a faccia è il modo più efficiente e più efficace per comunicare con il team ed all’interno del team.
- Lo step di processo funzionante è il principale metro di misura di progresso.
- I processi agili promuovono uno sviluppo sostenibile. Gli sponsor, gli sviluppatori e gli utenti dovrebbero essere in grado di mantenere indefinitamente un ritmo costante.
- La continua attenzione all’eccellenza tecnica e alla buona progettazione esaltano l’agilità.
- La semplicità – l’arte di massimizzare la quantità di lavoro non svolto – è essenziale.
- Le architetture, i requisiti e la progettazione migliori emergono da team che si auto-organizzano.
- A intervalli regolari il team riflette su come diventare più efficace, dopodiché regola e adatta il proprio comportamento di conseguenza.
P.S. La lezione di Nicola è stata movimentata da tante esercitazioni: provare per credere. Contattateci per informazioni sui nostri corsi formativi, con noi ne imparerete delle belle divertendovi!