Tempo di lettura 6 minuti
Il tema della leadership è sempre un tema molto caldo per risorse ed organizzazioni.
Marco Montemagno ha dedicato a questo argomento la sua rubrica “4 chiacchiere con…” niente meno che Julio Velasco, una delle figure più citate e raccontate quando si tratta la figura del leader e la gestione del team.
Project Group, tuttavia, batte Montemagno 5 a 0 (giusto per rimanere nella metafora sportiva). Perché?
Perché giusto 5 mesi fa abbiamo partecipato al Leadership Day 2020, dove ovviamente il protagonista indiscusso è stato proprio lui: Julio Velasco.
Ecco qui una sintesi dell’evento e – per par condicio – a fine post il link al video di Montemagno!
Leadership Day 2020: vi racconto cosa è successo.
Julio Velasco è il padre della generazione dei fenomeni.
Allenatore di pallavolo dal palmares invidiabile, colui che condusse la nazionale italiana maschile alla vittoria di ben due titoli mondiali, 5 World League e 1 argento olimpico.
Da qualche tempo la sua carriera si è rinnovata: non più coach sui campi di pallavolo, ma coach in azienda.
Sono certa che alcuni di voi sicuramente avranno già avuto l’occasione di ascoltare le sue citazioni più famose, guardando i video caricati su Youtube.
Poiché la mia curiosità non è mai sazia, ho pensato di fare di meglio.
Ho pensato di cogliere l’occasione di vivermi Velasco da sotto il palco e di partecipare all’evento Leadership Day.
Così mentre Velasco, invece di passeggiare ai lati del campo di pallavolo, passeggiava sul palco, io mi sono seduta comoda, ho rizzato le orecchie e preso in mano il quaderno degli appunti.
Qual è stato il risultato di questa giornata formativa?
Indubbiamente l’aver scoperto un grande oratore ed intrattenitore, 5 ore di performance, senza ausilio di video o slide. Lui, solo, sul palco. E noi sotto a bocca aperta.
Il primo insegnamento me lo sono portata via qui. Semplicemente osservando un abile comunicatore comunicare.
La sua forza? I continui esempi concreti, i continui parallelismi tra il campo di gioco e l’azienda. Il trucchetto dell’esempio funziona: immagina la partita, riconosci i giocatori in campo, attacca, e punto! Uno schema mentale che mi farà ricordare a lungo i suoi consigli sull’esercizio della leadership!
Secondo insegnamento: quali ingredienti devi avere per essere un vero leader.
Questi “pilastri”, come i più li chiamano, me li sono portata a casa pensando ai miei “boss” e giocando al gioco delle spunte.
Questo ce l’ha, sì anche questo ce l’ha, questo nì, questo ingrediente proprio gli manca. E fu così che capii, interiorizzai e cucinai la ricetta.
Primo ingrediente: autenticità.
Se vuoi convincere e trascinare gli altri, devi per prima cosa essere autentico. Se non lo sarai, il gruppo se ne accorgerà e come un branco arrabbiato distruggerà la tua tana.
Secondo ingrediente: saper dare obiettivi.
La MBO americana per intenderci, il famoso Management by Objectives.
Questo consiglio mi è ben chiaro, soprattutto dopo la lettura del One Minute Manager, libro che consigliamo e che portiamo in aula grazie ad un corso progettato da me e altre due colleghe. (link)
Quando guido so esattamente dove voglio arrivare, la destinazione è nota. Devo sempre avere una destinazione, altrimenti non avvierei nemmeno il motore. E questo il team lo sa.
PS Velasco aggiunge: “non basta un obiettivo di squadra, servono anche gli obiettivi specifici per il singolo”.
Terzo ingrediente: saggezza.
Sii preparato sulla teoria, ma calati nella concretezza. Nessuno seguirà un leader che “parla in generale delle cose”. Se vuoi che le tue risorse ti seguano, devi conoscere ciò che loro quotidianamente svolgono.
Non puoi allenare una squadra di calcio e poi passare alla pallavolo, solo perché c’è una palla di mezzo. Devi sapere che nella pallavolo per fare punto la palla non deve andare in rete, ma oltre la rete.
Quarto ingrediente: ottimismo.
Smettetela di vedere il bicchiere vuoto. Se lo vedete vuoto, riempitelo.
Come vi sentireste con un leader pessimista?
Quinto ingrediente: fiducia.
Verso i propri collaboratori, allenatori in seconda. Verso i propri giocatori.
Avete idea di cosa significhi fidarsi? DELEGARE. Abbiate il coraggio di delegare, anche se all’inizio il vostro vice o il vostro giocatore farà degli errori. L’errore è parte integrante del processo di apprendimento. DELEGATE!
Sesto ingrediente: autostima.
Se non mi considero uno bravo, come posso riuscire a guidare gli altri?
Attenzione a non cadere nell’egocentrismo: siete bravi sì, ma non tutto ruota esattamente attorno a voi.
Settimo ingrediente: avere un metodo di lavoro.
Tutti devono sapere cosa si fa e come lo si fa, imposta un sistema per spiegarlo ai tuoi e mantienilo.
Ottavo ingrediente: saper fare le domande giuste e dare feedback.
Come mai i bambini oggi imparano velocemente ad utilizzare tutto ciò che è smart? Perché la tecnologia oggi da’ feedback immediati, se sbagli tasto il telefono non lo accendi. E allora riprovi e ricevi un altro feedback.
Più il feedback è chiaro e maggiore è la tua capacità di fare domande, maggiore sarà il “controllo” che avrai sulle tue risorse e la possibilità di condurle verso l’obiettivo.
Nono ingrediente: motivare.
”E’ difficile avere voglia di vincere ancora, dopo che si ha vinto tutto. Dovrai ancor più motivare la tua squadra, perché i tuoi giocatori avranno già la pancia piena. Ma non puoi permetterti di non avere più fame”.
Dopo questo lungo elenco il gioco che vi propongo è quello delle spunte (già citato nelle prime righe): questo mi appartiene, questo no. Quanto siete vicini all’essere un leader con i contro-fiocchi?
Terzo ed ultimo insegnamento, che mi porto a casa dall’incontro con Velasco. Se non puoi chiudere i tuoi interventi con un’“alba chiara” in stile Vasco, non sei nessuno.
Velasco ovviamente ha chiuso con questo video: schiacciatori ed alzata, come risolverla? Buona visione!
Ed ecco come promesso l’intervista di Montemagno “4 chiacchiere con…”